Il team di coder del progetto Fedora, storica distribuzione Linux, ha rilasciato la beta release di Fedora 38. Questa build di testing, dedicata principalmente a contributor e maintainer, consente ai più curiosi di provare in anteprima tutte le novità che saranno disponibili nella futura edizione stabile. Fedora 38 beta gode della completa integrazione con Linux 6.2, ovvero l'ultime versione del kernel del Pinguino. Inoltre è presente anche la più recente release candidate di GNOME 44, che è stata resa disponibile proprio qualche giorno fa. Questi due elementi consentono alla distribuzione di offrire una migliore esperienza utente e prestazioni ottimali con un vasto bacino di configurazioni hardware.
Ovviamente nei repository software di Fedora 38 beta sono reperibili anche le ultime edizioni di tanti altri ambienti grafici come ad esempio: KDE Plasma 5.27, XFCE 4.18, Cinnamon 6.5, LXQt 1.2.0, MATE 1.26 e Budgie 10.7. Gli utenti dunque avranno l'imbarazzo della scelta per quanto concerne i desktop environment alternativi a quello proposto di serie.
In tale release sono state velocizzate le tempistiche di spegnimento e riavvio. Questo è stato possibile grazie ad una serie di scelte tecniche approntate dal Fedora Workstation Working Group, che ha sostanzialmente ridotto a quindici secondi il tempo massimo che il sistema lascia ai vari processi per terminarsi quando viene dato il comando di shutdown.
Sempre in Fedora 38 beta è stato completamente rimosso il filtro per gli applicativi proprietari presenti in Flathub. In buona sostanza ora gli utenti che usano GNOME Software per ricercare ed installare un applicativo su Flathub, lo store di applicativi pacchettizzati nel formato Flatpak, avranno completo accesso anche ai programmi rilasciati sotto licenza proprietaria. Il Fedora Engineering and Steering Committee ha infatti stabilito che la soluzione migliore è lasciare libere le persone di scegliere se utilizzare o meno tali software.
Questi filtri potevano essere disabilitati manualmente ma in ogni caso per molte persone erano frustrati perché in alcuni casi, soprattutto in contesti lavorativi, la presenza e l'utilizzo di software proprietari è necessaria per il corretto funzionamento del proprio workflow.