Graceful degradation: è in fin dei conti il concetto chiave per approcciare oggi l'annosa questione del supporto a IE6. Per molti sviluppatori il fatto che un sito non debba necessariamente funzionare su quel browser come su quelli più evoluti e recenti non è più una bestemmia e sempre più passano dalla teoria alla pratica sotto questo aspetto.
Come giustamente sottolinea Jonathan Cristopher, però, viene poi il momento di sottoporre la questione al cliente. E a quel punto possono venire fuori i grattacapi. La web agency per cui lavora ha pertanto deciso di elaborare una strategia interessante. Al momento della stipula del contratto il cliente deve firmare un documento aggiuntivo con cui di fatto consente all'azienda di realizzare un sito che, pur essendo accessibile in ogni parte rispetto ai contenuti, può rendere diversamente sul browser di Microsoft.
Un'azione educativa nei confronti del cliente e al tempo stesso un modo per prevenire contestazioni successive. Buona idea? Qualcuno di voi usa strategie simili?
Jonathan Cristopher, tra l'altro, ha richiesto il supporto di tutti per migliorare e rifinire il testo del contratto, che comunque può essere riadattato liberamente e usato (è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0).