Un recente rapporto dell'Unione Europea ha rivelato un'ampia operazione di disinformazione messa in atto da Russia e Cina, con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica in tutto il mondo. Secondo il Servizio europeo d'azione esterna (Seae), le due potenze hanno sviluppato una vasta rete digitale per manipolare il dibattito pubblico in ben 90 Paesi, trasformando le informazioni in un vero e proprio campo di battaglia geopolitico.
L'arsenale digitale messo a punto comprende una serie di tecniche che spaziano dalla creazione di contenuti falsi a vere e proprie campagne di disinformazione. Uno degli aspetti più significativi del rapporto è l'alleanza strategica tra Mosca e Pechino, che ha portato a una collaborazione in ambito di cyber-disinformazione.
L’Ucraina emerge come il principale obiettivo delle operazioni di disinformazione russe, con l’intento di destabilizzare la situazione interna e influenzare la percezione pubblica. Inoltre, durante l’anno delle elezioni europee, le operazioni sono state particolarmente attive, mirando a manipolare i risultati elettorali e a influenzare il comportamento degli elettori.
I social sono i principali canali utilizzati per diffondere fake news
Le piattaforme social, in particolare X, sono emerse come il principale canale utilizzato per diffondere notizie false e manipolare le opinioni pubbliche. Secondo il rapporto, l'88% dei casi rilevati di disinformazione è stato registrato su queste piattaforme, che hanno dimostrato di essere vulnerabili a questo tipo di manipolazione. In un contesto globale in cui i social media giocano un ruolo centrale nella diffusione delle informazioni, diventa sempre più difficile distinguere tra ciò che è vero e ciò che è manipolato.
La situazione ha suscitato preoccupazioni anche negli Stati Uniti, dove la decisione di tagliare i fondi all'Agenzia governativa per i media globali, che sosteneva Radio Free Europe, ha sollevato polemiche. Praga ha sollevato un appello per il sostegno a questa emittente, trovando sostegno in diversi Paesi europei, preoccupati per le conseguenze della riduzione dei fondi per i media indipendenti.
Di fronte a questa crescente minaccia, l’Unione Europea sta rafforzando le sue misure di contrasto alla disinformazione, con un focus particolare sul monitoraggio delle piattaforme online. Un altro aspetto cruciale è la necessità di una collaborazione internazionale per combattere efficacemente questo fenomeno globale. Allo stesso tempo, si sta investendo nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi della disinformazione, promuovendo l’alfabetizzazione mediatica come strumento per difendersi da queste manipolazioni.