Sono tante le interviste che Linus Torvalds, il papà pinguino più amato del mondo, ha rilasciato negli ultimi mesi, anche se la nostra è di gran lunga la migliore :p.
Una delle ultime l´ha rilasciata a Peter Moon di Computer World, che ha focalizzato le domande sulle implicazioni commerciali e politiche dello sviluppo di Linux. Dall´intervista salta fuori che Torvalds ritiene necessario un supporto finanziario nello sviluppo opensource e che gli interessi commerciali sono importanti fin dall´inizio. E proprio per questo si ritiene contento ad aver cambiato la licenza iniziale di Linux (grosso modo del tipo "usalo e fanne quello che vuoi, tranne che per soldi") con la GPL.
Poi Torvalds mette fine agli articoli della serie "Questo sarà l´anno di Linux", che arrivano puntuali insieme ai panettoni nei supermercati: a suo dire le grandi compagnie sono vittime di una inerzia che le trattiene dal cambiare sistema operativo. Microsoft su questo ha nella ampia base di installazioni, che significa grossa inerzia, un vantaggio immenso che potrà essere recuperato solo in qualche decade.
Riguardo alle minacce urlate in quel di Redmond, secondo cui Linux e altri software aperti violerebbero più di duecento brevetti, Linus spiega chiaramente che si tratta solo di una tecnica commerciale: il Fair, Uncertainty and Doubt (paura, incertezza e dubbio) noto anche come FUD, con cui Microsoft cerca di alimentare l´inerzia delle compagnie verso i cambiamenti, nonché di aumentare il costo finale dell´open source, forzando l´avversario a combattere ad armi pari. Perché è il modello commerciale dell´open source ad essere vincente, prima ancora del suoi vantaggi tecnici. E questo Linus lo sa.
Quello che non sa invece, è come schierarsi a proposito degli accordi che Microsoft ha siglato con Novell&C: la cosa non gli interessa più di tanto e un po´ si contraddice quando afferma che lui preferisce preoccuparsi solo dell´aspetto tecnico e che il mercato saprà cavarsela da solo.
Mi era quasi sembrato di vedere un leader.