Il numero di utenti interessati ad utilizzare piattaforme per la ricerca rispettose della privacy sarebbe cresciuto in maniera notevole nel corso del 2015, anche se nello specifico si tratterebbe di un interesse riguardante, almeno per il momento, un pubblico "non generalista", cioè conscio delle implicazioni per la riservatezza derivanti dalla propria attività online. A tal proposito un caso recente farebbe riferimento a DuckDuckGo, motore di ricerca che non registra alcuna informazione sui visitatori o i termini utilizzati come keywords.
In questi giorni DuckDuckGo, nato come alternativa a soluzioni ritenute più invasive e dominanti come per esempio quella di Mountain View, sarebbe arrivato a servire circa 3,25 miliardi di richieste, con un incremento pari a ben 74 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno passato; per la prima volta, il 14 dicembre del 2015, questo servizio basato sul crowdsourcing avrebbe generato oltre 12 milioni di query mensili.
Ma non basta, infatti a ottobre DuckDuckGo avrebbe superato quota 3 milioni di visitatori unici e, secondo le analisi di comScore, sarebbe riuscito a registrare un incremento del 100% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante ciò l’engine alternativo creato da Gabriel Weinberg continuerebbe a rappresentare soltanto una minima parte delle ricerche sul Web; le 100 miliardi di query servite mensilmente da Google sembrerebbero attualmente un traguardo irraggiungibile.
Quale potrebbe essere la ragione di questa disparità? Chiaramente il dislivello tra le due piattaforme andrebbe analizzato anche sulla base delle diverse disponibilità di mezzi e risorse, ma per i gestori del progetto DuckDuckGo ("The search engine that doesn't track you") la sfida principale da affrontare per raggiungere il grande pubblico riguarderebbe soprattutto la possibilità di acquisire una maggiore popolarità.
Un obbiettivo difficile ma non impossibile da raggiungere, soprattutto in considerazione del fatto che, stando alle recenti analisi dell’istituto Pew, ben il 40% dei cittadini statunitensi avrebbe espresso il desiderio che i motori di ricerca sul Web non archiviassero informazioni personali sugli utenti.
Via | DuckDuckGo traffic 2015