Il timore principale riguardante l’intelligenza artificiale è la perdita di lavoro e la sostituzione degli esseri umani in determinate mansioni. Da un lato, coloro che non sostengono questa idea potrebbero parlare dei posti di lavoro creati dall’IA anche in Italia; dall’altro, chi sostiene la pericolosità delle IA potrebbe parlare del recente licenziamento di 500 dipendenti da parte di Dropbox che, nel comunicato ufficiale, parla anche dell’”era dell’intelligenza artificiale” oramai arrivata.
Dropbox licenzia 500 dipendenti: colpa dell’IA?
Il post pubblicato sul blog nella giornata di ieri dal CEO Drew Houston parla chiaramente della decisione difficile di ridurre la forza lavoro del 16%, ovvero di 500 persone. Esse avranno comunque il diritto a 16 settimane di retribuzione, più una settimana aggiuntiva per ogni anno di permanenza nell’azienda; non mancheranno poi assistenza sanitaria e la possibilità di tenere i device aziendali per sé, come anche servizi gratuiti di ricollocamento lavorativo.
I motivi? Li riprendiamo testualmente dal comunicato:
"Nonostante la nostra attività sia redditizia, la crescita sta rallentando. In parte è dovuto alla naturale maturazione delle attività, ma più recentemente i venti contrari della recessione economica hanno messo sotto pressione i nostri clienti e, di conseguenza, l’attività. Per questi motivi, alcuni investimenti che offrivano rendimenti positivi non risultano più sostenibili.”
Tuttavia, più interessante e preoccupante è una porzione successiva del comunicato, dove il CEO afferma che l’IA è pronta a dare “nuovi superpoteri” all’azienda e potrebbe trasformare il lavoro in futuro. I primi segnali in casa Dropbox arriveranno quest’anno, con la presentazione di feature inedite potenziate da IA, e l’assunzione di personale con un “diverso mix di competenze, in particolare nei campi dell'intelligenza artificiale e dello sviluppo del prodotto”.