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Dopo PRISM crescono i motori di ricerca privati

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Il caso PRISM è ormai da giorni sulle prime pagine di ogni testata mondiale: la NSA, la National Security Agency statunitense, avrebbe deliberatamente controllato mail, messaggi, chat, cronologia di navigazione, abitudini in rete, chiamate VOIP, videochiamate e molto altro ancora di stranieri dislocati in tutto il mondo, con la motivazione di voler proteggere gli States dagli attacchi terroristici. Un'invasione della privacy senza pari, pare con il beneplacito dei provider di servizi, sebbene quest'ultimi abbiano rigettato con forza le accuse di coinvolgimento. Come lecito attendersi, dall'apparizione della notizia sulla stampa sono cresciuti vorticosamente i servizi di ricerca privata.

àˆ quanto rilevato dall'analisi del traffico di DuckDuckGo, il primo motore di ricerca anonimo del mondo, con rigidissime policy sulla protezione della privacy degli utenti. Al primo giugno, il portale ha raccolto 1,6 milioni di visite dirette e ha sostenuto 14 miliardi di ricerche, così come svelano le sue API. Dieci giorni dopo, a scandalo PRISM ormai di dominio pubblico, le visite sono aumentate a 2.2 milioni e le ricerche a 16.9 miliardi, per poi aumentare ulteriormente nel weekend successivo fino a un +26/30%. Si tratta di un incremento non di poco conto per un servizio che - confrontato ai big del settore come Google - rimane di nicchia e non conosciuto all'utente medio, segno di come le pratiche anti-privacy della NSA abbiano fortemente turbato gli utilizzatori. Gli stessi gestore di DuckDuckGo ammettono come un simile incremento sia insolito per l'andamento medio del sito. Così spiega Gabriel Weinberg, fondatore del motore di ricerca:

Credo che la vicenda della sorveglianza sia ora eminente, le persone ne parlano. Gli utenti di DuckDuckGo stanno raccontando ad amici e familiari quali siano le alternative private.

DuckDuckGo è stato fondato nel 2008, sebbene i primi investimenti non siano arrivati prima del 2011. Il servizio, a differenza degli altri motori di ricerca, non traccia le ricerche degli utenti né registra i comportamenti del visitatore, rimanendo neutrale rispetto alle loro esigenze. Vi sono però degli spot contestuali, così come avviene su Google, con cui il portale si alimenta. Se la ricerca privata non dovesse essere sufficiente, l'esperto Peng Zhong ha lanciato il sito Prism Break, con una lista onnicomprensiva di tutti quei servizi - dalle email alle chat - sicuri e lontani da occhi indiscreti.

Fonte: VentureBeat

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