Il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva sul Copyright. Dopo una prima bocciatura avvenuta nel luglio del 2018 gli europarlamentari hanno rivisto e corretto, assieme al Consiglio e alla Commissione, il testo della legge che, dopo varie modifiche sostanziali, ha ricevuto il via libera dall'emiciclo di Strasburgo.
Tecnicamente l'iter legislativo non è ancora concluso definitivamente, la direttiva dovrà infatti ricevere l'ok dal Consiglio dei ministri europei e successivamente passare per l'approvazione dei 28 parlamenti nazionali.
La direttiva, anche se stemperata, contiene ancora gli articoli 11 (ora 15) e 17 (in precedenza 13). Tali articoli modificheranno sostanzialmente il comportamento che dovranno tenere numerosi siti web nei riguardi dei contenuti protetti da diritto d'autore.
Articolo 15 (ex Ariticolo 11)
- Copiare o riprodurre più di qualche parola di un articolo o di un report giornalistico richiederà una licenza apposita che dovrà essere rilasciata dall’editore. Questo di fatto impedirà la condivisione delle notizie online non solo per le grandi aziende come Google, ma anche per il singolo cittadino.
- Saranno i tribunali ad interpretare il testo e quindi spetterà al singolo magistrato stabilire esattamente quante sono le parole di un articolo che è possibile riportare o condividere senza rischiare una sanzione. L’articolo 11 risulta essere poco chiaro e lascia spazio ad interpretazioni anche molto rigide.
- Non ci saranno eccezioni, nemmeno le pubbliche amministrazioni e le associazioni no-profit saranno esentate dal pagamento di una licenza agli editori.
- Sarà ancora possibile condividere tramite link un articolo e sarà concesso citare una news per fini di critica o di approfondimento. L’editore inoltre non potrà richiedere il pagamento di una licenza se un utente riporta un mero fatto di cronaca.
Articolo 17 (ex Ariticolo 13)
- Tutti i siti web e le applicazioni dovranno acquistare le licenze d’uso per coprire le possibili violazioni del diritto d’autore che gli utenti potrebbero commettere caricando materiale protetto da Copyright.
- Dovrà essere presa qualsiasi contromisura possibile per evitare che materiale protetto da Copyright venga pubblicato senza autorizzazione sulle varie piattaforme, questo di fatto costringerà i siti web a creare un sistema di controllo preventivo (upload filters) con costi esorbitanti che non tutti potranno sostenere.
- Se un tribunale stabilisse che un sito web non ha fatto tutto il necessario per prevenire la violazione del diritto d’autore verrà punito come se avesse commesso il reato.
- Sono però stati esclusi da questa direttiva satira, critica, recensioni ed in generale le realtà sotto i 5 milioni di visitatori mensili.
La legge dunque è stata resa più "elastica" ma le perplessità restano visto che le grandi piattaforme web dovranno comunque implementare un sistema di controllo automatizzato che difficilmente potrà essere esente da falsi positivi.
Il rischio è che, per evitare possibili cause legali, le grandi multinazionali decidano di applicare una sorta di "censura" preventiva su tutti i contenuti caricati dagli utenti.
Le medesime perplessità restano anche per il mercato editoriale. Se i grandi aggregatori di notizie, come per esempio Google News, smetteranno di linkare gli articoli delle grandi testate giornalistiche, non è detto che gli utenti decidano di spostarsi sulle home page dei giornali per informarsi o che decidano di pagare un abbonamento mensile per leggere le ultime news.
Questa normativa non andrebbe quindi a risolvere il problema della crisi del mercato editoriale e probabilmente i principali inserzionisti decideranno comunque di restare sulle grandi piattaforme per via dell'enorme mole di utenti che giornalmente navigano su di esse.