L'uomo si appassiona ed apprendere le nozioni in modo molto più veloce e semplice quando è nei primi anni di vita. Anche per la programmazione vale lo stesso principio, spesso un buon programmatore deve, almeno in parte, le sue doti ai propri genitori che gli hanno permesso di avvicinarsi sin da piccolo a qualche linguaggio per il coding.
A confermare queste affermazioni è il Dr. Bryson Payne, del Center for Cyber Operations Education dell'università del North Georgia, che durante la sua carriera ha avuto modo di constatare come le posizioni migliori nelle aziende vengano spesso ricoperte da persone che hanno iniziato presto gli studi in una determinata area.
Oggi i ragazzi che si avvicinano per la prima volta alla programmazione vivono una sorta di "golden age", infatti i loro genitori possono rivolgersi a progetti come Raspberry Pi per fornirgli un ambiente low-cost completo e pronto out-of-the-box per iniziare ad apprendere. Costruire piccoli robot, assemblare sensori, realizzare progetti software è ormai alla portata di tutti e le guide in Rete sono non di rado semplici da consultare e da reperire, sopratutto se si ha dimestichezza con l'Inglese che è ormai insegnato in tutte le scuole primarie.
Esistono ad esempio tantissimi portali dedicati all'apprendimento di svariati linguaggi di programmazione W3Schools, Codecademy e Trinket. Inoltre i principali IDE sono quasi tutti open source e gratuiti, basti pensare ad Eclipse o a Visual Studio Code.
Una volta che avremo fatto nascere l'interesse, il ragazzo negli anni sarà sempre avvantaggiato rispetto ai suoi coetanei, sopratutto nelle classi dove i professori premiano anche l'interesse personale per la materia. Dunque insegnare al proprio figlio a sviluppare sarà un ottimo investimento per il suo futuro e, anche se non deciderà di lavorare nel settore IT, sarà comunque un elemento in grado di accrescere il suo patrimonio culturale.
Via Dr. Bryson Payne