Le operazioni di cybercrimine relative alla compromissione dei dati durante il primo trimestre del 2022 sono state decisamente elevate: si parla di oltre 400 operazioni registrate soltanto negli Stati Uniti. A rendere note le informazioni in questione è stato il team di Atlas VPN, mediante la pubblicazione di un apposito report che si basa sui dati forniti dall’Identity Theft Resource Center.
Cybercrimine: +14% di dati compromessi da inizio 2022
Andando più in dettaglio, le compromissioni di dati nel periodo che va da gennaio a marzo dell'anno corrente sono state del 14% in più rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Le campagne di phishing sono quelle più utilizzate, seguite da altre tecniche malevole come smishing, violazione di caselle email aziendali, ransomware e malware. Da notare, poi, che a dare il via alla compromissione vera e propria è sempre e comunque l'intervento umano di un qualche cybercrminale.
Tra i settori maggiormente compressi spicca quello tecnologico con 10.832.588 milioni di account violati. In seconda e in terza posizione ci sono il settore dei servizi finanziari e quello sanitario, entrambi assai redditizi per i criminali informatici per i dati particolarmente preziosi che vengono archiviati dalle aziende che lavorano in tali ambiti.
È stata invece registrata una diminuzione del numero di utenti colpiti, vale a dire 20 milioni contro i circa 41 milioni dello scorso anno. Anche se potrebbe sembrare una buona notizia, in realtà non lo è affatto, in quanto ciò va a mettere in evidenza come i criminali informatici anziché colpire vittime a caso stiano agendo in maniera più mirata, grazie all’affinamento delle tecniche e degli strumenti a loro disposizione.