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Cosa si prepara a Boston da Adobe?

HTML.it ha visitato i laboratori Adobe/Macromedia di Boston per la presentazione di Flex 2.
HTML.it ha visitato i laboratori Adobe/Macromedia di Boston per la presentazione di Flex 2.
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Assieme ad altri 6 giornalisti europei (per l'italia c'era anche DEV), HTML.it è stata invitata nei giorni scorsi nei laboratori Adobe di Boston (ex laboratori Macromedia) per la presentazione delle nuove funzionalità  di Flex 2, la soluzione per creare applicazioni per il Web o, nella vecchia definizione Macromedia, rich internet applications. Ecco, in ordine sparso, alcune delle novità  di cui siamo stati testimoni (e anche un paio di foto di un ufficio che a qualcuno dirà  qualcosa).

Flex 2

Il nuovo Flex 2, a detta degli sviluppatori con cui abbiamo avuto colloqui nella trasferta, ha due grandi vantaggi rispetto a Flex 1: le performance migliorate e una migliore gestione dei dati. Nel primo caso spendiamo poche parole: le applicazioni scritte con il nuovo Flex per il nuovo Flash Player 9 saranno più veloci. Il nuovo modello di gestione dei dati remoti, i Data Services, consente invece di rendere molto più efficenti lo scambio dei dati tra base di dati e i client. Flex 1.5 poteva utilizzare per recuperare e modificare dati solamente servizi RPC: Flex 2 utilizza un data service più completo che favorisce, ad esempio, applicazione di collaborazione online in cui qualità  del servizio e sincronizzazione dei dati sono essenziali all'usabilità  dell'applicazione.

Apollo

Vera novità  dell'incontro è stata una dimostrazione, anche se poco approfondita, di Apollo, il nome in codice con cui è conosciuto l'ambiente di runtime Flex per il desktop. Con Apollo è possibile eseguire applicazioni Flex non solo all'interno del browser, ma direttamente sul desktop, come una sorta di widget complessi. Le applicazioni, che hanno estensione .air, vengono installate come veri e propri software con le loro icone e la loro presenza nel menu di avvio di Windows. Un'applicazione per Apollo è, ad esempio, quella che vedete nella foto qui sotto: Earthquake visualizza in modo continuato e dinamico gli ultimi terremoti di una zona specifica collegandosi con i dati dell'Advanced National Seismic System (ANSS). Apollo può contenere non solo file Flash, ma anche Pdf e codice HTML. Tuttora è in versione Milestone 0, ampiamente incompleta (manca ancora la versione per Mac) e non ci sono piani precisi per la data di rilascio.

Un primo programma per Apollo

Ajax VS Flex

Ajax e Flash Flex sono, a sentire Adobe, "culo e camicia", per dirla alla romanesca. Nella conferenza Jeff Whatcott, direttore del settore marketing, ha usato l'espressione "sono come fish and chips", ossia vanno perfettamente d'accordo. Tanto d'accordo che Adobe ha rilasciato diversi strumenti per la loro collaborazione (un Flex-Ajax Bridge e un futuro Client for Flex Data Services (ACFDS)) e forse integrerà  in Dreamweaver 9 il supporto per Ajax. Non c'è concorrenza tra le due tecnologie, ma si completano assieme. Per dimostrarlo Whatcott ha mostrato Google Finance e Measuremap, due applicazioni che fanno uso sincronizzato delle due tecnologie.

Adobe VS Microsoft

Adobe e Microsoft corrono su binari quasi paralleli e verso la stessa direzione. Microsoft sta puntanto molto nell'integrazione di Visual Studio con gli ambienti Web o genericamente "portatili" per sfondare anche nelle applicazioni per browser e in quelle per smartphone o Pda. La linea Expression e la versione portabile di Windows Presentation Foundation (chiamata WPF/E) vanno in questa direzione. Dall'altro lato Adobe, con il suo Flash portatile Apollo, cerca di portare sul Desktop (Windows e Mac) applicazioni scritte per il Web. Microsoft è una minaccia per Adobe? Jeff Whatcott dice di no: troppo diffuso il Flash Player, troppo poco flessibile WPF/E. Microsoft rimarrà  ancora confinata nelle sue applicazioni per Desktop e, per ora, non c'è da temere. Siamo proprio sicuri?

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