Un tribunale federale della California ha emesso una sentenza di grande rilevanza contro la società israeliana NSO Group, ritenendola colpevole di aver violato la legge statunitense contro gli abusi informatici (CFAA).
Questa decisione è il risultato di una lunga disputa legale avviata da Meta e WhatsApp, che avevano accusato l’azienda di aver utilizzato il loro sistema di messaggistica per distribuire il famigerato spyware Pegasus, compromettendo i dispositivi di 1.400 utenti in tutto il mondo. Tra le persone colpite da questi attacchi figurano giornalisti, attivisti per i diritti umani e dissidenti politici, evidenziando l’entità e la gravità delle azioni compiute.
NSO Group, noto per vendere Pegasus a governi di diversi paesi, ha sempre respinto le accuse, affermando che la responsabilità degli abusi ricadesse esclusivamente sui clienti che utilizzavano il software. Tuttavia, il tribunale ha stabilito che la società è direttamente responsabile, poiché il suo spyware sfruttava i server di WhatsApp per infettare i dispositivi delle vittime senza il loro consenso.
Il precedente della sentenza
Questa sentenza crea un precedente significativo, affermando che le aziende che sviluppano e distribuiscono strumenti di sorveglianza possono essere chiamate a rispondere delle azioni dei loro clienti, anche quando questi sono rappresentati da governi.
Oltre alla condanna per la violazione della legge, il tribunale ha criticato NSO Group per aver ostacolato il corso delle indagini, rifiutandosi di fornire dettagli fondamentali, come il codice sorgente di Pegasus. Questo comportamento ha ulteriormente aggravato la posizione della società nel processo.
La decisione ha implicazioni di vasta portata per il settore dello spyware e la sicurezza informatica, rafforzando l’importanza di proteggere i diritti digitali degli utenti. WhatsApp ha accolto con soddisfazione il verdetto, sottolineando come rappresenti un passo avanti fondamentale per dissuadere altre aziende dal creare e distribuire spyware illegali. La battaglia legale non è ancora conclusa: resta da stabilire l’entità del risarcimento che NSO Group sarà chiamato a pagare a Meta.