Una quota non indifferente di coloro che oggi svolgono una professione con una qualche attinenza all'informatica o alla programmazione, durante l'infanzia o l'adolescenza ha avuto modo di provare un Commodore 64. Qualcuno lo aveva in casa. Altri lo ammiravano sulla scrivania dei loro amici durante gli interminabili pomeriggi trascorsi in compagnia di Bubble Bubble, Karate Champ o International Soccer. In questi giorni, l'home computer per eccellenza compie 40 anni.
40 anni fa, il lancio del Commodore 64
Forte del successo commerciale ottenuto dal predecessore VIC-20, arrivò sul mercato statunitense nell'agosto 1982 (e su quello italiano all'inizio del 1983) al prezzo di 595 dollari. Rimarrà poi in circolazione per oltre un decennio, lasciando un segno indelebile. La sua dismissione nella prima metà degli anni '90 coinciderà con il fallimento della casa madre, il cui marchio passerà poi di mano in più occasioni, ma senza più trovare fortuna.
Lato hardware, il C64 disponeva di un microprocessore MOS Technology 6510 realizzato dalla MOS Technology acquisita cinque anni prima. Ad affiancare l'unità erano 64 kB di DRAM e 20 kB di ROM, ma soprattutto due processori dedicati a video (MOS VIC-II) e audio (MOS SID) che si riveleranno veri e propri punti di forza.
In oltre un decennio di commercializzazione ne sono state realizzate diverse versioni, alcune delle quali destinate a territori specifici. Se non ricordate quale trovava posto sulla vostra scrivania, con tutta probabilità si trattava della seconda (visibile qui sopra), la più diffusa.
Parecchio popolari anche alcuni degli accessori lanciati per ampliarne le funzionalità. Su tutti il lettore di cassette, quelli dei floppy disk e il joystick per il gaming. Pochi ricordano invece l'Adattatore Telematico di SIP, una sorta di rudimentale modem per le prime trasmissioni a distanza. Questa l'iconica schermata iniziale.
Un simbolo degli anni '80
A decretare il successo del Commodore 64 contribuì in modo decisivo una campagna di marketing azzeccata, con pubblicità trasmesse a ritmo martellante che puntavano ai genitori ancor prima che ai ragazzi. In uno spot italiano era definito Un buon regalo
. Anche la scelta di esporlo nei centri commerciali e nei negozi di giocattoli, non solo nei punti vendita specializzati, si rivelò vincente.
Dominati gli anni '80, lascerà il posto all'avvento dei PC moderni e, sul fronte gaming, alla concorrenza spietata tra Nintendo, SEGA e la new entry Sony. Oggi è oggetto di culto per collezionisti e nostalgici.