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Cloud: i prezzi aumentano anche in Europa

I prezzi dei servizi di Public Cloud potrebbero registrare aumenti anche del 30% in Europa nel corso del 2023
Cloud: i prezzi aumentano anche in Europa
I prezzi dei servizi di Public Cloud potrebbero registrare aumenti anche del 30% in Europa nel corso del 2023
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Docker non è l'unico fornitore di servizi per sviluppatori e sistemisti ad aver aumentato i prezzi, un fenomeno simile starebbe riguardando anche i provider di infrastrutture Cloud, sia negli Stati Uniti che in Europa.

Aumenti fino al 30% per il Public Cloud?

Come sottolineato in un recente articolo in proposito pubblicato da TheRegister, nel corso del 2023 i prezzi dei servizi connessi al Public Cloud del Vecchio Continente potrebbero registrare incrementi pari a circa un terzo rispetto alle tariffe praticate attualmente.

Una prospettiva non esattamente esaltante e comunque meno ottimistica rispetto a quella degli USA dove si potrebbe arrivare ad aumenti del 20%.

Tali rincari sarebbero motivati dal fatto che espandere le infrastrutture di Cloud pubblico si starebbe dimostrando estremamente costoso. Questo perché realizzare dei Data Center non significa soltanto acquistare e configurare dei nuovi computer (come recita una vecchia battuta, "il Cloud è soltanto il computer di qualcun altro").

Sono necessari edifici in cui ospitare i computer e tutte le attrezzature a loro supporto, dal raffreddamento fino alla messa in sicurezza, per non parlare di costi relativi all'alimentazione elettrica e ai dipendenti che sono spesso figure altamente specializzate.

Public Cloud e costo dell'energia

Come sottolineato a riguardo da Steve Brazier, CEO di Canalys, il Public Cloud è nato e si è affermato in un momento in cui l'inflazione era estremamente bassa in quasi tutto il mondo sviluppato, ora a causa dello shock dell'offerta dovuto all'emergenza pandemica, al quadro macroeconomico internazionale e alla tensioni geopolitiche in atto la situazione è ben diversa.

Per chiarire questa criticità Brazier avrebbe fatto riferimento agli enormi incrementi subiti dai costi dell'energia, questi ultimi sarebbero sostanzialmente quadruplicati in bravissimo tempo rendendo gli investimenti nel settore molto più dispendiosi che in passato.

Stando così le cose diverse aziende che hanno deciso di abbandonare le infrastrutture on-premises, scelta comunque saggia considerando l'imprevedibilità degli eventi che hanno portato all'impennata dell'inflazione, potrebbero trovarsi davanti alla necessità di rivedere le proprie strategie di investimento a sfavore della crescita.

Chi pagherà il "prezzo"?

In attesa di capire quali saranno le politiche future sui prezzi dei big del settore, basti pensare ad AWS che è per ora il gruppo leader nel Cloud, è probabile che a pagare il costo più elevato di questi rincari saranno le giovani imprese innovative (o startup, se volete) che potrebbero avere difficoltà sia nel trovare investitori che, più semplicemente, nell'attivare nuove sottoscrizioni ai servizi Cloud.

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