Qualche tempo fa, in corrispondenza dell'aggiornamento numero 2004 di Windows 10, Microsoft aveva deciso di introdurre una significativa miglioria al gestore della memoria, che avrebbe permesso a molte applicazioni Win32 di ridurre l'uso della RAM. Unitamente a questo rilascio, Microsoft aveva fatto notare come qualsiasi browser basato su Chromium avrebbe beneficiato di tale modifica, mostrando come Edge beneficiasse di una riduzione del 27% circa a seguito dell'introduzione di questa importante novità.
Ovviamente, Edge non è il solo browser basato su Chromium. Tra questi, infatti, ce n'è uno che è decisamente più diffuso di quello sviluppato da Microsoft: si tratta di Google Chrome.
Chrome e l'uso della RAM
È ormai risaputo che Chrome, pur essendo il browser più utilizzato tra quelli disponibili, ha il grosso difetto di richiedere molte risorse di memoria. Basta cercare rapidamente su Google per scoprire che il web è pieno di meme che fanno leva proprio su questa caratteristica.
Nonostante questo grosso difetto, Google ha recentemente fatto sapere di voler disabilitare l'uso della summenzionata funzionalità di Windows 10 su Chrome, nonostante ciò avrebbe permesso una significativa riduzione della memoria RAM utilizzata.
Perché Chrome non sfrutterà la funzionalità di riduzione dell'uso della RAM su Windows 10
Dietro al motivo di tale scelta sembrerebbe celarsi un problema che affligge diverse altre applicazioni. Un ingegnere di Intel ha infatti segnalato come questa funzionalità introdotta su Windows 10 abbia in realtà il grosso difetto di rallentare l'intero sistema operativo.
Secondo i test effettuati, la riduzione delle performance risulterebbe confermata da più software di benchmarking, e arriverebbe a constare di circa il 5%. Secondo il programmatore di Google Bruce Dawson, la riduzione delle performance sarebbe invece ancora maggiore (10% in termini di rallentamento, 13% di incremento dell'uso della CPU e del conseguente aumento dei consumi).
E in futuro?
È comunque abbastanza plausibile che questa disattivazione sia temporanea. Alla luce di questo calo di prestazioni, potremmo aspettarci che Microsoft intervenga e risolva il problema, nel qual caso è altrettanto lecito prevedere una riapertura da parte di Google, che potrebbe riattivare questa funzionalità su Chrome.