Qualche settimana fa Mountain View ha modificato le regole della piattaforma pubblicitaria AdWords in modo da prevenire truffe collegate agli investimenti in Crypto-valute. Ora l'azienda californiana ha deciso intervenire anche riguardo alle estensioni presenti nello store di Chrome, sono stati infatti banditi tutti gli add-on che eseguono procedure di Crypto-Currency Mining destinate alla generazione di moneta virtuale.
L'obbiettivo di Google è quello di rendere più difficile la vita dei cyber-criminali che puntano all'installazione di software malevolo tramite le estensioni dello store di Chrome. Questa tipologia di attacchi informatici è chiamata crypto-jacking in-browser, tali operazioni si concretizzano con l'iniezione di codice Javascript malevolo in un add-on di terze parti, con il quale si inizia a minare la cripto-valuta direttamente tramite il browser. L'utente spesso è ignaro di rimanere vittima del crypto-jacking che agiscono in background.
Per evitare il verificarsi di queste problematiche Google ha deciso di risolverlo alla base e di non permette più ai developer di caricare estensioni che si occupano di crypto-currency mining. Ovviamente saranno sempre consentiti add-on blockchain-related, non viene infatti vietato il ricorso a tale tecnologia ma il processo di mining vero e proprio.
Google non si è mossa unicamente per eliminare questi rischi, ma anche in considerazione di una violazione sistematica del suo regolamento. I software presenti nello store di Chrome devono sempre specificare la loro finalità che deve essere unica e di facile comprensione per l'utente.
Big G proibisce infatti in modo esplicito che un estensione richieda all'utente il permesso di scaricare pacchetti di funzioni non correlate o file eseguibili di vario genere. James Wagner, product manager della Google Extensions Platform, ha dichiarato che ben il 90% delle estensioni con funzionalità di mining caricate sullo store non hanno rispettato le policy previste, dunque si è deciso per un rimozione completa di esse con il conseguente divieto di caricarne di nuove.
Via Chromium Blog