D’ora in avanti Brave Search sfrutterà solo ed esclusivamente l’indice proprietario. Ad annunciarlo è stata la stessa software house californiana, con la pubblicazione di un apposito post informativo sul suo blog, dichirando che sono state per l’appunto eliminate tutte le chiamate alle API di Bing che costituivano circa il 7% del totale.
Brave Search: eliminate tutte le chiamate alle API di Bing
Per chi non ne fosse a conoscenza, dal lancio a giugno 2021, Brave Search ha usato quasi esclusivamente il suo indice di ricerca. Solo il 13% dei risultati, vale a dire le risposte alle query degli utenti, proveniva da Bing. A distanza di un anno, la percentuale di risultati è incrementata sino ad arrivare al 93% e adesso la software house ha provveduto a rimuovere la restante percentuale.
La creazione di un indice di ricerca indipendente è stata possibile grazie al sempre maggiore impiego che viene fatto dagli utenti diBrave Search. Basti infatti pensare che oggigiorno il numero medio di query al giorno è 22 milioni.
La software house ha sottolineato altresì che, grazie alla partnership instaurata tra Microsoft e OpenAI, i prezzi per l’uso delle API di Bing sono andati incontro ad un incremento a partire dal 1 maggio, di conseguenza si è scelto di non rinnovare il contratto in scadenza.
Da precisare che la rimozione delle chiamate alle API di Bing potrebbe andare a influenzare i risultati delle ricerche, in particolare quelli che vengono effettuati in specifiche lingue. Ad ogni modo, l'evoluzione esatta della situazione la si vedrà sicuramente nel corso delle prossime settimane.