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Brave Search: crescita esponenziale in un anno

Il motore di ricerca Brave Search ha compiuto un anno, è uscito dalla fase beta e ha registrato una notevole crescita delle query processate.
Brave Search: crescita esponenziale in un anno
Il motore di ricerca Brave Search ha compiuto un anno, è uscito dalla fase beta e ha registrato una notevole crescita delle query processate.
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Brave Search è un motore di ricerca interamente incentrato sulla privacy degli utenti lanciato dalla software house dell'omonimo browser esattamente un anno fa, il 23 giugno 2021. Si pone come alternativa a Google maggiormente rispettosa dei dati di chi se ne serve e si può provare visitando la relativa home page. In occasione del suo primo compleanno, è stato annunciato il termine della fase beta e sono stati svelati alcuni dettagli che ne descrivono la crescita.

Brave Search: più di 2,5 milioni di query processate in totale

Stando a quanto comunicato dallo stesso team di Brave, le query processate su base mensile sono passate da 8,1 milioni di di un anno fa ai 411,7 milioni di maggio, per un totale pari a oltre 2,5 miliardi. Per intenderci, si tratta di un incremento che risulta essere ben quattro volte più rapido di quello registrato da DuckDuckGo.

Riportiamo di seguito, in forma tradotta, quanto dichiarato dalla software house riguardo i suggessi raggiunti.

Non smetteremo mai di migliorare. In molte regioni, Brave Search già offre un livello qualitativo all’altezza di altri motori di ricerca affermati come Google e Bing. Grazie a questo, all’evoluzione, alle nuove funzionalità e alla continua crescita nei punteggi attribuiti da fonti indipendenti a livello globale, siamo lieti di annunciare la rimozione dell’etichette “beta” da Brave Search.

È stata altresì comunicata l'implementazione di una nuova funzionalità denominata Goggles, la quale permette di personalizzare le modalità di indicizzazione dei risultati, andando a definire i criteri di priorità e le preferenze. Per fare un esempio pratico, grazie ad essa è possibile decidere di voler far comparire in cima all’elenco gli articoli provenienti da piccoli blog invece che quelli diffusi da grandi testate.

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