Il progetto Vivaldi, con cui KDE punta a fornire al pubblico un tablet con a bordo un´esperienza d´uso interamente progettata attorno all´interfaccia Plasma Active, dovrà sostanzialmente ripartire da zero. Lo ha comunicato il project leader Aaron Seigo sul suo blog, aggiungendo però che la ricerca del nuovo hardware è già ripartita con slancio.
Il problema è sopraggiunto durante i colloqui col partner selezionato, uno dei tanti soggetti dell´industria elettronica asiatica che operano costantemente in violazione della GPL, senza fornire codice sorgente. Seigo ha ammesso di aver sopravvalutato la disponibilità del partner a venire incontro alle esigenze open di un progetto come KDE, e l´ingresso in produzione di una nuova revisione della board di sviluppo, ancora meno compatibile e dalla peggiore qualità costruttiva, ha costretto ad alzare bandiera bianca.
È la fine del sogno di un tablet completamente libero per KDE? Seigo ha ammesso di aver considerato l´idea di mollare definitivamente la presa, ma dopo un´attenta riflessione è maturata la convinzione che lo spazio nel mercato dei tablet e device simili sia tutt´altro che chiuso e definito. La ricerca di un nuovo produttore è dunque ricominciata con vigore: Seigo e il resto del team Vivaldi hanno constatato che l´esperienza accumulata durante il primo fallimento ha reso estremamente più efficace questa seconda esplorazione del mercato asiatico alla ricerca di nuovo hardware.
Ricerca che sembra aver prodotto subito dei risultati: per la prima volta si è fatta avanti un´azienda interessata senza equivoci a fornire una soluzione completa di accesso ai sorgenti. Tuttavia, ripensando al precedente fallimento, Seigo ha scelto stavolta di non divulgare dettagli specifici sull´hardware di Vivaldi, rimandando tutto a quando le cose saranno davvero in porto. Ad ogni modo Seigo è consapevole che i dettagli più interessanti trapeleranno comunque quando le prime board dimostrative verranno inviate ai developer KDE.
Il progetto Vivaldi dunque prosegue perché, per usare le parole del project leader KDE, "se non facciamo noi un tablet open source, chi lo farà?"