Considerando il sempre maggiore aumento delle vendite dei veicoli connessi e delle auto a guida autonoma, come nel caso delle celeberrime Tesla, non stupisce in maniera particolare se i software e i sistemi di codifica impiegati siano sempre più sofisticati, al fine di offrire una più ampia rosa di funzioni. Questo è, ovviamente, da una parte un bene, ma il retroscena è che vetture del genere stanno diventando anche più soggette agli attacchi informatici da parte dei malintenzionati.
La domanda di soluzioni per la cybersicurezza sulle auto smart è destinata ad aumentare
Tenendo conto della situazione, la domanda di soluzioni per la cybersicurezza sulle autovetture è destinata ad aumentare nei prossimi anni, raggiungendo un valore pari a 5,3 miliari di dollari entro il 2026, con un CAGR del 21,3%. I paesi maggiormente interessanti dovrebbero essere Asia Pacifica, Europa e Nord America. È esattamente questo lo scenario che emerge dall'analisi condotta da MarketsandMarkets.
Attualmente, i nuovi veicoli contengono circa 100 milioni di righe di codice e vengono implementati con software complessi delle case automobilistiche. Per mantenere la sicurezza e la protezione dell'intero codice di un veicolo, gli OEM stanno optando per soluzioni di sicurezza degli endpoint. Inoltre, sè previsto che la tendenza al lavoro in mobilità, BYOD, social media e strumenti di sincronizzazione cloud andranno ad influenzare la spesa per le soluzioni di sicurezza degli endpoint.
Un'altra cosa di cui occorre tenere conto è che il software di sicurezza all'interno di un veicolo richiede l'implementazione di alcune funzionalità come protocolli di sicurezza, gestione dell'identità e degli accessi, rilevamento delle intrusioni e livelli di astrazione per le funzioni crittografiche. Queste feature vengono utilizzate dalle ECU funzionali per proteggere le comunicazioni ed evitare la creazione di backdoor.