Un anno e mezzo fa Google presentò al pubblico App Maker, un nuovo low-code tool dedicato allo sviluppo e al deploy veloce di business Apps sul Web. Questo progetto è finalmente uscito dal ciclo di beta testing ed oggi è pronto per entrare negli ambienti di produzione. La raggiunta maturità del tool segna un importante step evolutivo per l'ecosistema di Google che ora si avvicina al mondo dello sviluppo no-code e alle no-code platform.
App Maker sfrutta infatti il concetto di visual development, ovvero offre un sistema di sviluppo automatizzato e gestito tramite interfacce e funzioni già pronte all'uso che possono essere combinate ed assemblate nel modo più congeniale per svolgere il proprio lavoro. App Maker permette, anche con una conoscenza di base dei linguaggi di web, di creare la propria applicazione e di distribuirla tramite la piattaforma Cloud di Google.
Il low-code application development environment di App Maker si compone di un sistema con supporto per il drag & drop con il quale selezionare le funzionalità e l'interfaccia di proprio interesse senza dover scrivere il codebase sottostante, o scrivendone una quantità nettamente inferiore rispetto allo sviluppo tradizionale.
Le interfacce e i template saranno completamente responsive e si adatteranno sia agli ambienti mobile che a quelli desktop, le applicazioni sviluppate con App Maker saranno quindi fruibili senza particolari problemi indipendentemente dal device di riferimento.
App Maker è profondamente integrato con l'ecosistema di Google. Lo sviluppatore non avrà l'esigenza di progettare un proprio database, ma potrà sfruttare i dati allocati tramite i servizi per lo storage di Mountain View direttamente dall'applicazione sviluppata. App Maker supporta infatti ben 40 diversi servizi dell'azienda californiana (Gmail, Calendar, Sheets... ).
A differenza di quanto accade con la maggior parte delle alternative presenti sul mercato, sembra che Big G stia puntando tutto sull'integrazione dei propri servizi senza preoccuparsi di eventuali interfacce con soluzioni di terze parti, anche se non è escluso che in futuro nascano collaborazioni con altre aziende che offrono servizi utili ai developer.
Per il momento le uniche piattaforme esterne utilizzate sono state scelte per fornire supporto JDBC e REST.
Via Google App Maker