Fin dai tempi di Kevin Mitnick la maniera più semplice ed efficace per carpire informazioni riservate era forzare l´uomo e non la macchina.
Sono ormai famose le email che arrivano puntualmente, ogni giorno, che ci invitano ad aggiornare la password del nostro conto online, facendoci però visitare delle pagine che assomigliano a quelle originali ma che originali non sono.
La maggior parte delle volte l´italiano stentato, e a tratti quasi buffo, rende le pagine incriminate facilmente riconoscibili, altre volte il camuffamento è fatto a regola d´arte e non è così ovvio accorgersi dell´inganno. Per questo arrivano in nostro soccorso numerosi tool di protezione anti-phishing, alcuni già inclusi nei browser moderni, altri aggiuntivi, come le dieci estensioni AntiPhishing per Firefox presentate su security-hacks.com.
Sicuramente la più famosa è la Google Safe Browsing che riconosce le pagine pericolose grazie a dei controlli incrociati effettuati direttamente da Google e consultando un elenco di siti di phishing già noti.
Anche l´estensione SpoofStick ha colpito la mia attenzione: mettendo in evidenza parte importante del dominio che stiamo visitando, evita che la trappola venga nascosta dietro un lunghissimo indirizzo. Diventa facile per l´utente controllare di trovarsi sul sito originale e inoltre SpoofStick non va a dire in giro i siti che visitiamo.