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Android senza Google: è possibile?

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Android è un sistema operativo modulare e, a seconda delle preferenze dell'utente, può essere personalizzato anche profondamente. Tuttavia quasi tutte le versioni del Robottino Verde presenti sui device in commercio sfruttano i servizi Google. E' possibile utilizzare Android senza questi ultimi e senza peggiorare la user experience?

Si è posto lo stesso quesito anche Martin Pitt, sviluppatore FOSS che collabora con il team di GNOME e systemd. L'obbietto del developer era slegarsi completamente dai servizi e dalle applicazioni proprietarie di Big G, sostituendole con varie alternative open source.

Pitt è partito da una installazione di Lineage OS 14.1 senza servizi Google installati e via via ha aggiunto nuove applicazioni per replicare le funzionalità mancanti. Ma dove reperire le applicazioni in modo sicuro senza usare il Play Store? Esistono numerosi store alternativi, il più gettonato si chiama F-Droid e comprende un vasto catalogo di applicazioni libere.

Messaggistica istantanea

Spesso il servizio di messaggistica non viene scelto tra quelli più completi ma tra i più utilizzati dalla nostra cerchia di amici, conoscenti e colleghi. Nel suo caso Pitt ha optato per Telegram che è abbastanza diffuso e offre un client open source. I servizi di messaggistica di Google in realtà non sono molto utilizzati, dunque in questi casi la scelta è stata abbastanza semplice ed indolore.

Email

L'app di Gmail rappresenta sicuramente uno dei client più completi e comodi presenti sul mercato . Trovare un sostituto valido non è un operazione impossibile ed esistono svariati client alternativi, quello scelto da Pitt è K9 Mail.
Questa app open source può gestire senza problemi i principali protocolli email (POP3, IMAP e Push IMAP) e ovviamente anche numerosi account in contemporanea. Per chi fosse interessato ad assicurare la piena segretezza della propria posta elettronica è possibile utilizzare la criptazione dei messaggi tramite lo standard OpenPGP, a patto che sia presente sulla propria ROM anche OpenKeychain.

Mappe

Google Maps ha pochi rivali come servizio di cartografia, esistono delle alternative ma in rari casi sono tanto complete quanto il sistema realizzato da Big G. Tuttavia la community online ha realizzato un sistema di creazione e catalogazione delle mappe chiamato OpenStreetMap a cui attingono svariate applicazioni, quella scelta da Pitt è OsmAnd+. Essa supporta la navigazione offline, può visualizzare i punti di interesse, ricalcola un percorso in caso di errore umano durante la guida e mostra anche il tempo impiegato per raggiungere una destinazione. Presenti la modalità notturna, la visualizzazione del limite di velocità e la possibilità di condividere la propria posizione.

Browser Web

Attualmente il browser open source più completo per Android è sicuramente Firefox. Pitt ha optato per una versione particolare del Panda Rosso chiamata Fennec, indirizzata a chi è interessato ad una variante del browser di Mozilla completamente slegata da asset proprietari. Le ultime versioni di Firefox per Android offrono prestazioni elevate e danno accesso a funzionalità di cui dispone anche la versione Desktop, compreso l'ecosistema di add-on. Pitt ha installato da subito una dei vari plugin dedicati al blocco delle pubblicità, uBlock.

Questi sono le applicazioni più utilizzate dallo sviluppatore ma le alternative non finiscono qua, Pitt ha trovato numerose applicazioni open source che possono replicare il funzionamento di quelle più blasonate:

L'unica applicazione che Martin Pitt non è riuscito a sostituire al 100% è Google Keep, il servizio di to-do list di Google gode infatti di un feature di sincronizzazione delle note che attualmente non è replicabile se non tramite piattaforme proprietarie o server privati. Vale lo stesso per la gestione dei contatti e la rubrica telefonica, per la sincronizzazione tra PC e smartphone dei propri contatti è poi necessario eseguire l'operazione manualmente tramite un server privato. Il developer però non si è scoraggiato e ha deciso di affidarsi a Radicale per la gestione della propria rubrica su PC, mentre su Android ha scelto DAVdroid, successivamente ha esportato i file ICS e VCF dal proprio account Google e li inseriti in queste due applicazioni.

In conclusione, sembra che sia possibile rinunciare a tutti i servizi Google senza troppi problemi. A patto di rinunciare ad ogni forma di sincronizzazione automatica dei propri file tra smartphone e PC. È possibile rivolgersi ad altri servizi proprietari di sincronizzazione ma probabilmente non saranno mai completi od integrati quanto quelli di Google.

Via Martin Pitt

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