Negli ultimi giorni ha fatto molto parlare un episodio legato a questo post apparso su ReadWrite Web. Vi consiglio di passare subito ai commenti dopo aver dato un'occhiata alla nota aggiunta dagli autori che inizia con Dear visitors.... In sintesi: centinaia di persone sono arrivate su quella pagina cercando su Google 'facebook login', sono rimaste basite pensando che quella fosse la nuova pagina di accesso al celebre social network, hanno iniziato a postare, anche usando Facebook Connect, commenti che in quel contesto hanno un sapore che va dall'assurdo al surreale ("When can we log in?", "I WANT THE OLD FAFEBOOK BACK THIS SHIT IS WACK!!!!!").
In un post successivo Mike Melanson di ReadWrite Web ha commentato l'accaduto dando per certi versi la colpa a Google per il fatto di aver ingannato i suoi utilizzatori fornendo nei risultati il link a quel post prima della pagina di Facebook che ci si aspetterebbe. Altri commenti letti in rete, invece, sono del tipo "questi sono gli utenti che ci tocca avere, se non sanno distinguere un blog da un social network stiamo freschi...", etc, etc.
La cosa non deve stupire nessuno, se ha fatto tanto parlare è anzitutto per via del peso specifico di un blog come ReadWrite Web e del seguito che ha; episodi analoghi nella sostanza anche se meno clamorosi potrebbe raccontarli ciascuno di voi (mi ricordo che quando avevo un blog personale mi divertivo a segnalare i più assurdi referer di Google che riscontravo nelle statistiche e i commenti che talvolta nascevano da quelle visite).
Qui su Edit, per dire, un sacco di gente è venuta a scrivere lettere al ministro Fioroni convinta certo che a ricevere e leggere le missive digitali fosse l'allora responsabile della Pubblica Istruzione. E c'è pure chi imbastisce discussioni sulla bravura dei dentisti croati... :)
Allora, meglio farsi una risata e passare avanti, o davvero possiamo trarre da episodi come questo utili lezioni?