Le Storie rappresentano di certo il trend social del 2018: dai singoli utenti ai brand, tutti sembrano voler ricorrere a questo strumento, poiché virale, molto popolare e soprattutto a scadenza. Dopo l'exploit di piattaforme come Instagram, Facebook e Snapchat, anche LinkedIn ha deciso di lanciare un'offerta analoga. Ma come possono essere usate le Storie su un sito principalmente dedicato alla ricerca di lavoro?
Qualche indicazione è apparsa online negli ultimi giorni, con una conferma definitiva del social alla redazione di TechCrunch: LinkedIn sta infatti pensando di lanciare le proprie Storie, partendo prima dagli studenti per poi estenderle a tutte le categorie di business.
Student Voices
Il progetto di LinkedIn, così come già accennato, partirà dagli studenti universitari. Questi potranno a breve approfittare di Student Voices, un sistema che permetterà di aggiungere brevi video, a scadenza temporale, nella propria homepage o nelle playlist dedicate all'istituto di propria appartenenza, dette Campus Playlist. I filmati avranno la durata di una settimana e scompariranno automaticamente. Così ha confermato un portavoce:
Le Campus Playlist sono una nuova funzione video che stiamo implementando per gli studenti universitari degli Stati Uniti. Come sappiamo, gli studenti amano usare i video per catturare le loro vite, quindi abbiamo sviluppato questo nuovo prodotto per aiutarli a connettersi l'un l'altro, condividere esperienze e creare un senso di comunità.
Storie e ricerca di lavoro
Come ampiamente noto, su piattaforme quali Facebook, Instagram e Snapchat, le Storie nascono con uno scopo dichiarato: produrre contenuti che non rimangono nel tempo, almeno teoricamente, senza quindi troppo preoccuparsi della loro riemersione dopo anni. Nel corso del 2018, però, sono state sempre più usate a scopo promozionale, soprattutto dagli influencer.
Ma quale può essere il loro impatto sul mercato del lavoro? Difficile dirlo, almeno a questo stadio. Di certo potrebbero rappresentare un metodo originale per presentarsi a un'azienda, con un curriculum video che attiri maggiormente le attenzioni rispetto a un noioso elenco su un foglio Word. Allo stesso modo, però, il rischio che possano causare l'effetto opposto - ovvero non essere considerate dagli esaminatori con la dovuta serietà - non si può totalmente escludere.
Di certo in alcuni settori, come quello della comunicazione o dell'immagine, da sempre sono apprezzate candidature creative, originali, che permettano al lavoratore di emergere dalla massa e far notare il proprio talento. In quest'ottica, tutti gli strumenti video possono quindi ritornare utili.
Il fatto che queste storie lavorative abbiano la durata di una sola settimana potrebbe inoltre ridurre le preoccupazioni degli stessi candidati: in caso il primo esperimento dovesse fallire, le successive aziende non avranno accesso al materiale precedente.
Così come confermato da LinkedIn, al momento il progetto delle Student Voices - presto esteso a tutti gli iscritti - include unicamente materiale video, senza quindi la possibilità di inserire immagini. Una simile scelta potrebbe risultare limitante ai più, ma è probabile venga aggiunta in itinere dopo aver rodato il sistema. Non resta che attendere, di conseguenza, le prossime evoluzioni del social network dedicato al business.