Amazon ha recentemente aggiornato il proprio sito web, rimuovendo alcune dichiarazioni precedentemente presenti riguardanti il suo impegno a favore dei diritti delle persone LGBTQ+ e dell'equità razziale.
Tra le modifiche più evidenti c'è la scomparsa di riferimenti specifici, come i benefici offerti ai dipendenti per la transizione di genere. Al loro posto, l’azienda ha inserito una dichiarazione più generica, in cui ribadisce l'importanza di costruire una "società inclusiva" e di non tollerare "trattamenti ingiusti nei confronti di nessuno", comprendendo in questo gruppo persone di colore, LGBTQ+, asiatiche, donne e altri gruppi.
Questa decisione ha sollevato preoccupazioni tra i dipendenti dell'azienda, che temono un indebolimento dell'impegno di Amazon per promuovere la diversità e l'inclusione, due temi molto discussi nelle ultime settimane.
Un cambiamento dettato dalla presenza di Donald Trump?
Il cambiamento arriva a pochi giorni di distanza dalla revoca, da parte del presidente Donald Trump, di un ordine esecutivo che sosteneva politiche aziendali mirate a promuovere l'equità, la diversità e l'inclusione, alimentando un dibattito sulla direzione che le grandi aziende stanno intraprendendo in relazione a queste tematiche.
Non solo Amazon è coinvolta in questo dibattito. Anche altre aziende tecnologiche di rilievo, come Apple e Meta, stanno affrontando pressioni su temi simili. Apple ha chiesto ai suoi azionisti di opporsi a una proposta che mira a eliminare il programma aziendale di diversità e inclusione.
Meta, invece, ha recentemente annunciato la chiusura del proprio programma dedicato a questi temi. Questi eventi mettono in evidenza una crescente tensione in ambito aziendale riguardo le politiche di diversità e inclusione. Mentre alcuni attori del settore cercano di rivedere e ridurre gli sforzi in queste aree, altri continuano a sostenere l'importanza di promuovere un ambiente di lavoro più equo e inclusivo per tutti.