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Allarme social: 42 Stati USA chiedono etichette per le piattaforme

Passare più di tre ore al giorno su queste piattaforme raddoppia il rischio di sviluppare disturbi come ansia e depressione.
Allarme social: 42 Stati USA chiedono etichette per le piattaforme
Passare più di tre ore al giorno su queste piattaforme raddoppia il rischio di sviluppare disturbi come ansia e depressione.
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Cresce negli Stati Uniti la preoccupazione per l’impatto negativo dei social media sulla salute mentale dei giovani, spingendo ben 42 procuratori generali a chiedere al Congresso di introdurre misure più severe per regolamentare l’uso di queste piattaforme.

I procuratori sostengono la proposta avanzata dal Capo della Sanità Pubblica, Vivek H. Murthy, che prevede l'introduzione di etichette di avvertimento sui social network, simili a quelle già utilizzate per sigarette e alcolici. Murthy, in un editoriale pubblicato a giugno, aveva lanciato l’allarme sui rischi derivanti dall'uso eccessivo dei social media, in particolare tra gli adolescenti.

Secondo il suo parere, passare più di tre ore al giorno su queste piattaforme raddoppia il rischio di sviluppare disturbi come ansia e depressione. Di fronte a questi dati preoccupanti, Murthy ha suggerito che i social media debbano includere avvisi per informare gli utenti, soprattutto i più giovani, dei potenziali effetti nocivi sulla loro salute mentale.

Ridurre i rischi per i più giovani: questo l'obiettivo

La proposta ha trovato ampio consenso tra i procuratori generali, che vedono in queste etichette un modo per sensibilizzare gli utenti e aiutarli a fare scelte più consapevoli riguardo al tempo trascorso online. L’obiettivo è ridurre l’esposizione dei giovani ai contenuti che potrebbero influenzare negativamente il loro benessere psicologico.

Questa iniziativa si colloca in un contesto di crescente dibattito sulla necessità di regolamentare i giganti del web. Negli ultimi anni, sono emerse numerose preoccupazioni legate all’uso dei social media, non solo per quanto riguarda la salute mentale, ma anche per problemi come la diffusione di disinformazione e la manipolazione dell’opinione pubblica.

Se la proposta dovesse essere accolta, potrebbe aprire la strada a una regolamentazione più rigida dei social network non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello globale. Altri Paesi potrebbero seguire l’esempio, introducendo misure simili per proteggere la salute mentale dei propri cittadini, soprattutto delle fasce più vulnerabili, come adolescenti e giovani adulti.

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