Quando mancano poche ore all'ottavo AgileDay italiano, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Jacopo Romei, agile coach - romano - in Ideato, azienda romagnola.
In un rapido scambio di battute, la mentee dietro Sviluppo Agile, uno dei blog di riferimenti in materia nello Stivale, recentemente cimentatosi nel mondo delle pubblicazioni con Pro PHP refactoring, ha parlato di stato dei metodi agili e la loro influenza nel mondo informatico.
L'AgileDay è alle porte: dopo 7 edizioni, com'è cambiato il panorama dei metodi in Italia?
Beh, di questi tempi ne puoi parlare ed essere sempre sicuro che ognuno avrà un'opinione al riguardo. Anche se non avrà mai letto un libro tra quelli seminali.
Anche se non avrà mai provato neanche una settimana di persona.
Da una parte questo è il prezzo della popolarità - dico una cosa banalissima eh! - ma dall'altra mi preoccupa aver scoperto persone che si definivano esperte di extreme programming senza non aver mai nemmeno letto il testo di Kent Beck. Giuro che è successo! In mailing list nazionali!
Tralasciando Kent Beck ed il suo extreme programming explained 2nd edition, qual è la lettura che più ti ha dato o che consiglieresti a chi si avvicino o si sta formando sulla cultura agile?
Uff, che indecisione! Oltre a quello che abbiamo appena citato entrambi, io consiglierei: "Lean Software Development" dei coniugi Poppendieck, "Test Driven Development by Example" di Beck, "Refactoring" di Martin Fowler e... quanti ne posso elencare? 92?
Ovviamente sto citando solo quelli scritti da altre persone!
La parola "agile" sta veramente diventando una buzzword senza significato?
Sta diventando una parola di uso comune e allo stesso tempo un'etichetta commerciale. La venderanno tutti, chi non la troverà pur avendo pagato ne penserà male. Un po' mi dispiace, ma non mi preoccupo troppo: c'è abbastanza mercato per farsi trovare da quelli che vogliono rimanere soddisfatti.
Dieci anni fa nasceva il manifesto agile: come ha cambiato il tuo lavoro?
Ho avuto la fortuna di incontrarlo presto, verso i 24 anni, in un contesto professionale in cui ero libero di adottarlo, facendo anche bei danni - a me stesso. Ho ricordi lontani dei primi 5 anni di lavoro alla prima maniera, ricordi confusi.
Ecco: confusi.
Direi che la dice lunga sull'impatto che il Manifesto ha avuto sulla mia professione negli anni successivi.