Come ho smesso di leggere articoli sul Web Semantico
Ok, si va bhe ... ok, il web semantico.
Le prime volte che ne sentivo parlare era una cosa curiosa, una cosa che non si capiva bene, misteriosa, però estremamente promettente. Devo essere sincero, i primi articoli che ho letto riuscivano ad appassionarmi: a farmi sentire di nuovo addosso un po' di quella smania che provavo le prime volte quando digitavo ll | grep htm. L'idea che le parole e i segni possono realmente richiamare altre parole e segni, in una macchina così quasi come avviene nella nostra mente, mi aveva affascinato da piccolo, e forse riuscivo a lavorare bene con un computer perché era un po' come giocare a fare quello.
Il web semantico mi sembrava far leva proprio su quest'idea. Dire web semantico sarebbe come dire un luogo dove poter tenere insieme tutta la conoscenza. Dove ogni cosa inserita possa collegarsi con le altre cose già inserite, e che riguardano gli stessi problemi.
Questa però, si capisce al volo, è solo fantascienza. Il bello è che nemmeno le cose più modeste si riescono veramente a fare. Sono almeno tre anni che girando qua e là trovo un nuovo articolo sul web semantico, ma nessuno che mi abbia dato un'applicazione, un qualcosa che fa qualcosa... Così ho smesso di leggere gli articoli sul Semantic Web.
Alcune strade aperte
Se quanto avete letto fino ad ora di questo articolo vi trova in accordo, sarebbe il caso di smettere subito di leggere... Ma forse no! forse potreste provare a leggere ancora un po'.
Quello che vorremmo fare nelle prossime righe e di proporre alcune vie concrete per chi sarebbe anche interessato al web semantico ma non sa da dove iniziare veramente. Invece che dividere l'articolo in paragrafi questa volta proporremo una serie di strade, ognuno potrà scegliere la sua in base ai suoi obiettivi. Un'ultima cosa prima di andar al sodo. Chiaramente queste non sono tutte le strade possibili, sono quelle che conosco io, perciò invito chiunque a segnalare, magari nei Web Semantico: risorse e progetti online qui sotto, iniziative di ogni tipo.
Sperimentare alcuni tool
Se vi interessa qualche tool free in grado di farvi prendere confidenza con gli aspetti pratici della materia, troverete molto nel campo dell'editing, poco nel campo della creazione dei metadati, della loro archiviazione e della navigazione.
Per l'indicizzazione: http://www.w3.org/Amaya/. Per provare un sitema completo per l'ontology management: http://ra.crema.unimi.it/ontology
Per voi sarà difficile trovare qualche cosa di organico: sistemi solidi e free che coprano tutto il campo produttivo di una attività di web semantico non ce ne sono. Comunque il più solido tra quelli disponibili si trova a http://kaon.semanticweb.org/
Se invece cercate soluzioni consolidate e siete disposti a pagare, i siti di riferimento sono due: http://www.labont.it/ e http://ontobroker.semanticweb.org/.
Partire da XML per agganciare il Web Semantico
Se il vostro problema è volere integrare risorse xml automaticamente in un sistema semantico date un occhiata all'articolo di Michel Klein Interpreting XML via an RDF Schema [PDF]. Si tratta di un lavoro di qualità. Scoprirete che la cosa non è così facile, ma quello presentato nell'articolo è l'unico approccio serio proposto ad oggi. Perciò meglio guardare le cose in faccia e non farsi illusioni.
Progettare schemi RDF (ontologie)
In questo campo si può contare su una ricca varietà di tool. Due in particolare sono affidabili Ontoedit e Protégé. Il più diffuso dei due è Protégé che in questo campo è quasi diventato uno standard di fatto. Protégé gode di una ricca gamma di plug-in che ne espandono molto le funzionalità. Tuttavia ha anche dei difetti. Di suo Protégé permetterebbe anche di creare metadati ma questa parte, a mio parere, è impostata molto male, perché non consente di indicizzare risorse esterne, facendo cadere uno dei principi fondamentali del Semantic Web.
Chi fa ricerca sul Semantic Web?
Aspetti espressivi e sintattici
Per quanto riguarda i linguaggi, le loro specifiche, la loro evoluzione e le loro capacità espressive bisogna dire che in campo web RDF, il linguaggio proposto dal W3C, è orami l'unica alternativa. Il forte valore legato allo standard sta facendo espandere RDF anche oltre il campo web. Per chi è interessato a questi argomenti non si può far altro che rimandare alle pagine del W3C dove si troveranno tutte le risorse utili alla comprensione di RDF e di OWL (una nuova proposta del consorzio che estende RDF).
Suggeriamo comunque il link anche ad una risorsa italiana ricca di spunti interessanti per chi si interessa di questi temi.
Un approccio filosofico
Per finire, e per non dimenticarsi del debito con la filosofia che questa nuova disciplina ha, proponiamo una risorsa italiano molto ricca per quanto riguarda il tema delle ontologie formali. Qui le cose sono viste partendo da un punto di filosofico ma si trovano comunque agganci applicativi utili. Questo sito è interessante anche per il fatto che è uno dei pochi che si pone il problema storico. Come nasce la disciplina dell'ontologia applicativa, da quali tradizioni eredita ? Purtroppo nemmeno qui si riesce a dare una visione esaustiva, si privilegia molto la tradizione filosofica e logica trascurando quella informatica ma soprattutto quella legata al knowledge management.