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VirtualBox 3.0: virtualizzazione open source

VirtualBox, il noto software di virtualizzazione open source, si aggiorna alla versione 3 e promette più potenza, più stabilità e un miglior supporto all'hardware
VirtualBox, il noto software di virtualizzazione open source, si aggiorna alla versione 3 e promette più potenza, più stabilità e un miglior supporto all'hardware
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Lo scorso 30 Giugno è stato un giorno molto importante per il settore della virtualizzazione: gli sviluppatori Sun, infatti, hanno dato l'annuncio del rilascio della versione finale di VirtualBox 3.0, la tanto attesa versione del celebre software per la realizzazione di macchine virtuali. Le novità in arrivo con tale rilascio sono diverse, e riguardano un pò tutti i sistemi operativi per cui VirtualBox è disponibile: in questo articolo daremo uno sguardo a quelle che sono le principali innovazioni per quanto riguarda gli ambienti GNU/Linux.

Iniziamo subito dai due cambiamenti che hanno suscitato subito il maggiore interesse. Il primo riguarda il miglioramento del supporto al cosiddetto symmetric multi-processing, meglio noto come SMP: VirtualBox 3.0, infatti, è in grado di supportare fino a 32 processori virtuali contemporaneamente. Ciò implica un notevole miglioramento nelle prestazioni dell'applicazione e dei sistemi operativi con essa virtualizzati, anche se l'utilizzo di un numero di processori virtuali maggiore di quelli fisici effettivamente posseduti è sconsigliato da parte del team di VirtualBox.

Figura 1: VirtualBox 3.0

Sempre per quanto riguarda il settore delle CPU, c'è da sottolineare il supporto al Physical Address Extension: in questo modo è possibile utilizzare oltre 4GB di RAM anche con processori a 32 bit, grazie all'aggiunta di altri 4 bit agli indirizzi di memoria, che diventando 36 permettono dunque di arrivare alla considerevole cifra di 64GB. Per abilitare tutto ciò è disponibile una voce all'interno del menù di configurazione di ogni singola macchina virtuale creata, che permette di scegliere il numero di CPU da utilizzare e se abilitare o meno il supporto PAE/NX.

La seconda novità principale, invece, riguarda il settore video: da questa versione in avanti è possibile infatti utilizzare l'accelerazione video con qualunque sistema operativo, grazie all'introduzione del supporto ad OpenGL 2.0. Per utilizzare al meglio il proprio hardware video è necessario installare i VirtualBox Guest Additions, tramite il menu Dispositivi disponibile in ogni macchina virtuale avviata: così facendo verranno installati driver aggiuntivi che permetteranno al sistema guest di rilevare il supporto all'accelerazione 3D.

Le uniche risorse di cui bisogna disporre sono un Kernel Linux in versione 2.6.27 ed il server grafico X.Org 1.5 o superiore. Si tratta, però, di una funzionalità ancora in fase di realizzazione, e pertanto è disattivata al momento del primo avvio di VirtualBox: per attivarla è necessario accedere al menù delle impostazioni della macchina all'interno della quale si vuole attivare il supporto all'accelerazione 3D, scegliere la voce Schermo e spuntare l'apposita casella.

Passando alle altre innovazioni in arrivo con VirtualBox 3.0, possiamo notare subito l'entrata in scena di un nuovo demone che prende il nome di vboxadd-service e che si occupa principalmente dell'interazione tra la macchina host e quella guest: tra le sue funzionalità, ad esempio, vi sono quella di sincronizzazione dell'ora di sistema con la macchina host, o la ricezione di informazioni provenienti dalla macchina guest, quali il sistema operativo utilizzato, gli utenti loggati all'interno del sistema, configurazione e stato delle connessioni di rete.

Figura 2: Le impostazioni di sistema
Le impostazioni di sistema

Per quanto riguarda le prestazioni, c'è da dire che VirtualBox 3.0 segna un deciso passo in avanti: l'intera applicazione, infatti, risulta molto più leggera, ed i tempi di avvio delle macchine virtuali sono stati ridotti sensibilmente rispetto alle precedenti versioni, soprattutto con processori a 64 bit. Alcuni test pratici da noi svolti hanno evidenziato come adesso sia possibile avviare contemporaneamente anche 3 macchine virtuali con sistemi operativi diversi senza che il sistema host ne risenta in maniera eccessiva, permettendo dunque il normale utilizzo del sistema operativo.

Se la lista delle nuove funzionalità introdotte in questa versione di VirtualBox risulta essere piuttosto breve, non è certamente così per quanto riguarda i bug corretti, che risultano essere molti e che finalmente hanno avuto una soluzione. Tra quelli relativi al settore GNU/Linux, i più importanti riguardano i problemi riscontrati durante l'utilizzo con la distribuzione CentOS in ambienti con processori a 64 bit, la risoluzione del problema che portava all'impossibilità di killare in alcuni casi i processi di VirtualBox andati in crash, la correzione del timestamp per quanto riguarda le cartelle condivise tra sistemi Linux e Windows, e più in generale è stato migliorato il supporto hardware e sono stati corretti alcuni bug relativi alla gestione delle partizioni.

Figura 3: Kubuntu in VirtualBox 3.0
Kubuntu in VirtualBox 3.0

VirtualBox 3.0 è disponibile per il download tramite i mirror ufficiali di Sun, sottoforma di pacchetti precompilati per le principali distribuzioni o come codice sorgente da compilare sulla propria macchina. E' disponibile, inoltre, un manuale ben realizzato e ricco di informazioni in formato PDF, che guida l'utente dall'installazione all'avvio delle macchine virtuali create, passando per la loro completa configurazione.

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