Pochi preamboli, questa volta. Le cose da dire sono tante, quindi entro subito nel merito. Perché studiare l’effetto delle parole?
Quando redigiamo un testo, stiamo comunicando due livelli di messaggi: quelli che scriviamo e che si leggeranno; quelli che senza essere esplicitamente scritti, si leggeranno tra le righe. Tra le cose che leggiamo tra le righe troviamo:
- le affermazioni che per qualche motivo o vincolo o ritrosia l’autore non ha voluto rendere esplicite;
- le emozioni e le sensazioni che l’autore vuol suscitare in noi con il suo scritto;
- il suo stato d’animo mentre scrive.
Vi sono vari modi per “scrivere tra le righe" e tra questi:
- fare allusioni;
- lasciare dei sottintesi facilmente identificabili;
- scegliere le parole in base allo stimolo emotivo che daranno.
Pensare che un testo trasferisca solo quello che è materialmente scritto è pia illusione. Un esempio vale per tutti. Ti sarà successo di ricevere una email dal capo che testualmente scrive “Hai finito quel lavoro che t’ho chiesto ieri?".
Non c’è nulla di strano in una domanda simile. Letta e tradotta significa se hai finito o no e la tua risposta potrebbe essere un semplice sì o no senza altro seguito. Invece, per chissà quale motivo, sei preoccupato. Ti pare che il capo ti stia sollecitando o ti stia rimproverando per non aver già finito. Eppure non c’è scritto nulla di simile. Stai leggendo tra le righe!
Il punto è: il tuo capo, scrivendo così, sa cosa ti sta procurando oppure no? Lo fa volutamente o semplicemente non ha il tempo di soffermarsi ulteriormente a spiegare il motivo della domanda? Trascurare, quindi, l’effetto che ogni parola può avere nella stimolazione di certe dinamiche mentali, significa non prevedere e non conoscere parte del messaggio che stiamo comunicando al lettore, con conseguenze spesso gravi.
Gli autori di testi tecnici devono prestarvi attenzione?
C’è una diffusa credenza che chi scrive di cose tecniche non abbia bisogno di preoccuparsi troppo di stimoli emotivi, sensazioni, calore ed altre “amenità" simili! Non c’è niente di più falso in ciò. Lo studio degli effetti delle parole è sempre necessario, anche nelle normali email. La necessità di concisione e di velocità della comunicazione non deve portare a trascurare quest’aspetto, pena il sollevarsi di piccole crisi date solo da fraintesi. E non basta giustificarsi dicendo “beh, scusa, ma non prenderla male, sai che scrivo così solo perché ho fretta".
Anche e soprattutto nella scrittura di documenti per il web, non scordiamo che il visitatore gradisce un sito non solo per le informazioni che trova, ma anche per il feeling che si crea. Quante volte sei stato disposto ad andare in un certo pub dove i cocktail non erano il massimo, ma c’ era un barman simpatico?
Anche dove si vorrebbe il massimo dell’ asetticità è necessario preoccuparsi di scegliere le parole giuste. Certe parole, infatti, assumono significati emotivi diversi da quello che il dizionario riporta come significato letterale. Perché continuiamo a parlare di Customer? Il signore potrebbe obiettare che lui è una persona o forse, al più, un cliente, non un customer! Qualcuno potrà dire che è la stessa cosa (o che non è la stessa cosa), ma tu spiegalo al lettore che sta facendo click sulla x in alto a destra, quella che chiude la pagina!
Quali sono i principali effetti cercati
Gli effetti emotivi che una parola può produrre sono molti, ma quelli che normalmente vogliamo controllare sono solo una serie di questi. Vediamone insieme qualcuno.
Sensazione di velocità, dinamismo, movimento. Stai raccontando di un fiume dove si pescano i più bei salmoni del mondo.
Paura. Non credo servano esempi!
Amore. Direi che anche qui non servono esempi.
Calore (o freddo). Stai descrivendo la tua passeggiata fuori dall’igloo o la gita su cammello nel deserto.
Attesa di qualcosa, trepidazione, ansia. Sei fuori dall’ospedale ed aspetti che qualcuno ti annuncia la nascita del tuo primo figlio. Com’è andato l’ultimo esame in università?
Stabilita qual è la sensazione che vuoi trasferire, interrogati se le parole che hai usato ben le rappresentano o le comunicano.
Come influisce una parola?
Ogni parola la osserviamo per i seguenti aspetti:
- il suo calore. Il sole, il fuoco, il deserto sono termini caldi, ma anche il legno, un fiore, un abbraccio;
- il senso (o la mancanza) del movimento, il dinamismo. Il fiume, un’auto (che nessuno immagina ferma!), l’aereo, ma anche il delfino o il cavallo, l’ingresso di un’azienda o la hall di un albergo, la stazione ferroviaria;
- l’emozione suscitata. Un fiore stimola la poesia ed il sentimento amoroso (se non è precisato, nessuno immagina il fiore di un cactus!), il fuoco può stimolare un senso di distruzione (se non vi è un contesto diverso), una scrivania fa pensare allo studio o al lavoro, un divano ti fa immaginare il momento di relax.
Ovviamente ve ne sono altri. Mentre scrivi una frase, chiediti quale sensazione vuoi trasferire e se la parola che stai usando è adatta.
Quali parole incidono sulla comunicazione delle sensazioni?
Difficile rispondere a questa domanda. Io ho sempre prestato attenzione ai sostantivi, ai verbi ed agli aggettivi. Anche i nomi propri possono influire. Un personaggio che si chiami Adolf, può risultare immediatamente antipatico…
Sensazioni a livello complessivo
Se decidi di porre attenzione agli stimoli ed alle sensazioni trasferite, comincia col definire il messaggio globale che l’intero documento deve trasferire. Buona parte dei paragrafi dovranno essere allineati. E’ difficile scrivere dieci paragrafi con un tono e lasciare ad uno solo il ruolo d’essere quello che poi comunica il messaggio vero (parlo sempre di messaggio tra le righe, o sensazioni o stimoli). Sono poche le situazioni in cui ciò è possibile.
Quando scrivi un documento che deve creare una certa sensazione, se non vi sono motivi per derogare, usa sempre termini che abbiano la stessa caretteristica.
Sensazione a livello di paragrafo
Quanto detto a livello di documento, vale ancor di più a livello di paragrafo. Se con uno di questi vuoi comunicare una certa sensazione o stimolare un determinato ricordo, le sue parole devono essere scelte in funzione di ciò.
Se il paragrafo comunica delle sensazioni diverse da quelle che saranno il contenuto del documento nel suo insieme, le parole devono essere scelte pensando al paragrafo in cui sono contenute.
Un esempio. Un racconto di una serena passeggiata in campagna, potrebbe contenere un paragrafo in cui un bambino si spaventa perché vede un animaletto morto sul bordo della strada. In quel pezzetto di racconto, è più importante comunicare la paura del bambino che non la serenità e la gaiezza della passeggiata nel suo complesso.
Fonti di documentazione
Normalmente a questo punto arriva la domanda da centomila euro. “Dove trovo un documento, un libro, un sito, con le sensazioni legate ad ogni parola?" – e la mia risposta è sempre la stessa – “Non l’ho mai trovato questo libro. Anzi, se lo trovi tu, passamene il titolo che sarò il primo a volerlo leggere!". Come definire il messaggio sublimale trasferito da una parola, allora?
Un metodo sperimentale per catalogare le parole
Un metodo sperimentale per scegliere le parole è:
- individua la prima parola che ti viene in mente riferita a ciò che letteralmente vuoi dire;
- trova i sinonimi;
- mettili alla prova riflettendo su ognuno di essi. Sono sinonimi anche per le sensazioni trasferite?
- se non arrivi a nessuna conclusione, leggi la frase a qualcuno e fatti dire. Spesso noi non vediamo ciò che vedono gli altri.
Tutto ciò ti porterà un po’ alla volta a definire un tuo dizionario di parole con le relative emozioni o sensazioni trasferite.
Parallelamente ti si definiranno alcune regole:
- è caldo tutto ciò che è organico perché sentiamo presente la vita e questa è sempre intesa come calore. Es: gli animali, i fiori (non proprio tutti), il corpo e (scusa) gli escrementi;
- è freddo ciò che è metallico (anche se un ferro rovente non lo è certo), ciò che è liscio e duro (pensiamo al vetro, al marmo, alla pietra);
- esprime sentimenti amorosi tutto ciò che colleghiamo alla poesia (e forse la poesia li usa apposta, questi termini). Un fiore, il cuore, un inchino, una candela, un camino.
Costi dello studio
Naturalmente tutto ciò ha un costo. Scrivere un articolo, un documento, una relazione o qualunque cosa, anche una semplice email, implica un impegno maggiore se ci si preoccupa degli aspetti appena descritti. Spesso non si fa non perché si reputi poco importante la cosa, ma semplicemente perché non se ne ha il tempo.
Vale la pena di farlo, però, ogni volta che se ne ha modo. Io scrivo molto e chi legge i miei racconti mi dice spesso che piacciono più per le sensazioni comunicate che per le storie in sé.
Blaise Pascal scrisse: «Ho fatto questa lettera più lunga del solito solo perché non ho avuto il tempo di farla più breve». E’ più difficile scrivere una corta lettera che trasferisca il tuo pensiero e le tue sensazioni che scrivere il tutto per esteso occupano risme di carta e pagine web.
Alcuni siti interessanti
Mettendo insieme il materiale per questo articolo, ho selezionato alcuni siti che potrebbero interessarti. Buona navigazione.
Accademia della Crusca È il sito ufficiale dell’organizzazione che sorveglia l’evoluzione della lingua italiana proteggendone le origini. È il punto di riferimento più importante. Comodo il suo forum su cui porre domande di qualunque genere inerenti alla lingua italiana.
Il mestiere di scrivere È il sito di Luisa Carrada, punto di riferimento per tutti quelli che fanno della scrittura un lavoro o una passione.
Parole Parole Presenta libri per il lavoro, tra cui molti dedicati alla scrittura.
Alcuni libri interessanti
Naturalmente non poteva mancare un giro in libreria. Ecco alcune cose interessanti che ho trovato. Buona lettura.
Il bit e la tartaruga di Margherita Pillan e Susanna Sancassani (Apogeo)
Un libro sulla comunicazione e lo stile dedicato a chi scrive per il web (ma non solo).
Neurospeak di Robert Masters (Armenia)
Come parlare alla mente tramite le parole scritte.
Il libro delle parole magiche di Cristiano Tenca (eBook)
Le parole nascondono la possibilità di compiere magie. Un modo per entrare nell’atmosfera che si nasconde dietro la semplice grafia o dietro il suono della lettura.
Scrivere per Internet di Luisa Carrada (Lupetti)
Un libro di approfondimento dei temi legati alla scrittura per il web, dalla creatrice del sito mestierediscrivere.com.
Manuale dell'italiano professionale. Teoria e didattica di Francesco Bruni e Tommaso Raso (Zanichelli)
Un manuale di scrittura dedicato a chi scrive per mestiere o a chi deve insegnarla.
Conclusione
Il tema è vasto, molto si può ancora aggiungere ed io spero di aver stimolato il tuo desiderio di approfondimento. Sull’uso delle parole non si finisce mai d’imparare. Buona caccia.