Sta diventando la telenovela dell'anno. E ci promette lunghe a appassionanti puntate anche per tutta l'estate. Basta una buona storia, dei bravi attori e il risultato strappalacrime è garantito. Ma in questo caso forse c'è qualcosa oltre alle lacrime che si vuol strappare. Stiamo parlando di soldi ovviamente. Ah non avete ancora capito di cosa stiamo parlando? Mi scuso, è vero.
Stiamo parlando ovviamente dell'ennesima mossa di SCO, che da paladino dell'open source quale era fino all'anno scorso è diventato uno dei suoi maggiori detrattori. La storia probabilmente la saprete già. Vi abbiamo già parlato della vicenda. Ma alla luce dei nuovi fatti non possiamo non continuare a parlarne per quanto invece mi asterrei volentieri, evitando di dare ancora di più risalto a qualcosa che andrebbe certamente sminuito.
Recentemente SCO ha pensato bene di »registrare i copyright di Unix System V presso l'U.S. Copyright Office. Bhè, che ci sia qualcosa che non va nella registrazione dei brevetti questo lo sapevamo già da un pò di tempo, già da prima che qualcuno brevettasse addirittura la ruota qualche anno fa. Quello che è strano è che SCO ha annunciato di voler varare delle nuove licenze studiate apposta per le aziende che utilizzano Linux: pagando ora e accettando questa nuova licenza le società si metteranno fin da subito in regola con SCO.
Ora, non voglio entrare nel merito di chi abbia ragione. Ma ipotizziamo infatti che SCO abbia effettivamente i diritti su una porzione del kernel Linux. Non voglio neanche entrare nel merito di come questo sia possibile. Come può SCO pretendere qualcosa senza che questa gli sia stata ufficialmente attribuita? Qualsiasi azienda, che volesse pubblicizzare un proprio prodotto, prima di proporlo sul mercato deve essere sicura di averlo e di poterlo offrire.
SCO è veramente tanto sicura di averlo? Se hanno veramente delle prove è ancora tutto da dimostrare. Non hanno mai dimostrato nulla pubblicamente, hanno soltanto denunciato IBM, e una sentenza è ancora lontana. E poi, perché soltanto IBM? Il detentore dei diritti su Linux è Linus Torvalds, perché non prendersela con lui? O meglio perché non prendersela con tutti coloro che hanno messo la loro firma sul kernel Linux? Il sospetto, è che si tratti di un FUD (Fear, Uncertainty, Doubt), di un tentativo di incutere paura e incertezza nelle aziende che hanno investito in qualcosa che fino ad ora credevano di essere gratis. Con la speranza che ora paghino per far cessare la paura di dover un giorno buttar via la loro infrastruttura tecnologica per aver pagato qualcosa su un kernel spacciato per libero ma che libero in realtà non era. Affinché questo si avveri, SCO deve fin da subito cercare di essere credibile. Cosa che purtroppo non ha fatto, non presentanto pubblicamente prove.
Inoltre SCO, ritenendo che il kernel 2.4 infranga diritti da lei detenuti, ha deciso che si è autorizzati ad utilizzare Linux soltanto se si accetta la nuova licenza che prevede la chiusura del codice sorgente di Linux. A questo punto il problema è che Linux per sua natura non può essere chiuso. Questo mette SCO nella posizione di violare probabilmente la licenza di Linux. Credo che l'atteggiamente più corretto sarebbe stato quello di indicare quali sono le parti di Linux incriminate in modo da isolarle e consentire di lasciare ugualmente Linux aperto. Ma ancora una volta SCO non l'ha fatto. A questo punto chiunque abbia scritto anche una sola riga del kernel Linux (e gli sviluppatori del kernel sono veramente tanti) e paradossalmente anche chiunque accetti la licenza di SCO (in quanto possessore di un binario di software libero senza avere la possibilità di vedere e modificare i sorgenti), può denunciare quest'ultima per violazione della licenza GPL.
A quanto pare quindi secondo SCO, chiunque può essere libero di utilizzare un kernel precedente al 2.4. Quindi una delle possibilità per le aziende contattate da SCO è quello di tornare a un kernel di vecchia data, sempre e comunque affidabile, nonchè utilizzatissimo anche ora.
Non si capisce purtroppo ancora dove voglia arrivare SCO con questa serie di decisioni. Se è in grado di pretendere diritti sul kernel è libera di farlo, ma purtroppo dovrebbe presentare delle prove in modo che ognuno si possa regolare se pagare a SCO il dovuto, non usare più Linux o usare una eventuale versione di Linux libera da quei diritti. L'atteggiamente di SCO invece ha fatto sospettare molti di come in realtà questa società non abbia le prove che sostiene di avere e che cerchi soltanto di far alzare il suo valore di mercato in vista di una possibile acquisizione, cercando nel frattempo di sfruttare l'incertezza che sta creando attorno per espandere il proprio business.
Personalmente sono molto curioso di sapere a quale parte del kernel SCO si riferisca, ma purtroppo non credo che lo saprò presto anche perché questa vicenda non sembra destinata a concludersi a breve.