A ritmi mensili SCO costringe a far parlare di sé anche chi, come LINUX.HTML.it, ha voluto tenersi alla larga da una vicenda che andrebbe sminuita e lasciata decantare nelle aule di tribunale. Tuttavia le ultime dichiarazioni di Darl McBride, amministratore delegato di SCO, prefigurano un'ampliamento della vicenda che va ben oltre la causa in corso con IBM.
Durante interviste e discorsi tenuti durante il Computer Digital Expo in programma fino al 20 Novembre a Las Vegas, l'amministratore di SCO ha fatto chiaramente intendere che la causa intentata nei primi mesi di quest'anno contro IBM è solamente una piccola parte dell'azione legale in corso per preservare i diritti sul codice Unix. Non solo IBM è colpevole di aver violato la licenza di Unix, ma lo sono tutte le aziende, piccole e grandi, che utilizzano quel sistema operativo. McBride lo aveva sempre minacciato, ma in questi giorni si passa ai fatti, con due novità: nel mirino dell'azienda entrano anche Novell, SuSE e i sistemi basati su BSD. Ma andiamo con ordine.
SCO contro le aziende che installano Linux
Le prossime vittime dell'ira di SCO saranno le aziende con una significativa installazione di server Linux. SCO ha compiuto nei mesi passati diverse indagini per determinare quali fossero le principali aziende che utilizzano Linux per portarle in tribunale. Alcune di esse, si parla di qualche decina, entro 90 giorni vedranno recapitata nella propria casella di posta la richiesta di 'patteggiamentò, leggi licenza, di SCO: se non pagheranno la licenza (699 dollari per server) dovranno far compagnia ad IBM al tavolo degli imputati. Per fa funzionare tutto questo marchingegno, SCO ha ritoccato il compenso del suo avvocato, David Boies, che fu già difensore dello Stato americano durante il procedimento antitrust contro Microsoft e difensore di Napster contro la RIAA. Per assicurarselo, McBride ha dovuto metter mano alle casse della propria società: 1 milione di dollari in contanti e 400 mila azioni di SCO dal valore attuale di oltre 5 milioni di dollari.
SCO contro Novell e SuSE
Due nuovi protagonisti fanno la comparsa diretta nella vicenda. Novell e SuSE, due aziende che da poco hanno annunciato future felici nozze nel nome di Linux. Durante la teleconferenza in cui McBride ha rivelato le prossime citazioni in giudizio, l'amministratore di SCO ha anche specificato che nel mirino c'è anche l'accordo dell'americana Novell con la tedesca SuSE. Perché? Perché Novell era la depositaria della proprietà intellettuale e del brevetto di Unix System V fino al 1995. In quell'anno Novell ha ceduto parte dei diritti di utilizzo di Unix a SCO. Secondo McBride quell'operazione prevedeva anche un accordo di non-concorrenza fra SCO e Novell. Linux è il principale rivale dei sistemi Unix, dunque l'entrata prepotente di Novell nel mercato Linux violerebbe quell'accordo. SCO, con la solita tattica di minacciare azioni legali, ha affermato che l'azione sarà invocata non appena l'acquisizione di SuSE da parte di Novell sarà effettiva.
SCO contro i sistemi BSD
Non contenta di aver chiamato in causa la quasi totalità della comunità open source mondiale, SCO ha dato mandato ai suoi avvocati di verificare anche gli accordi che legavano gli sviluppatori del progetto BSD con l'allora UNIX System Laboratories. La Berkeley Software Distributions (BSD) è un sistema operativo derivato da Unix e sviluppato negli anni '80 dall'Università di Berkeley. Nel 1994 un accordo tra l'Università di Berkley e lo UNIX System Laboratories (allora di proprietà di Novell) concedeva la possibilità di utilizzare all'interno di BSD alcuni pezzi di codice di Unix. Da BSD sono nati poi altri progetti, tra cui anche FreeBSD, il sistema gratuito rilasciato sotto una licenza di tipo open source. L'ipotesi di un coinvolgimento di BSD era già stata più volte ventilata dai manager di SCO; proprio a BSD, tra l'altro, appartenevano secondo molti gli unici pezzi di codice "copiato" che SCO ha mostrato alla stampa dall'inizio della vicenda.
Sebbene SCO continui a dichiarare di non voler accusare il valore stesso del software libero, tutte le azioni che l'azienda ha messo in campo minano al cuore stesso dell'open source, e forse dell'intero mondo del software. Sia Apple e, in modo molto minore, Microsoft, hanno interessi nell'utilizzare pezzi di licenza di Unix. Microsoft ha già fatto sapere che pagherà il prezzo della licenza chiesta da SCO, mentre Apple è già da tempo in causa per l'utilizzo del nome Unix per le sue tecnologie.
Probabilmente l'unico dato incontestabile di questa storia è il valore in borsa di SCO. Dal marzo di quest'anno ad oggi le azioni del gruppo sono salite di oltre il 700 per cento passando da 2 dollari fino ai 14 di oggi. L'intero valore del Nasdaq, per interderci, è cresciuto in questo periodo del 45 per cento. Se a SCO avessere fatto questi calcoli prima di denunciare IBM tutto sarebbe più chiaro.