Sabayon: da release-based a rolling release
Negli ultimi tempi si è parlato parecchio di distribuzioni rolling release, basate cioè su un modello di sviluppo non più incentrato sui singoli rilasci ma su un unico ramo che via via possa includere tutte le ultime versioni stabili dei software disponibili. Addirittura Ubuntu ha parlato di passare ad un modello di rilascio simile, e a quanto pare non è per nulla l'unica: Sabayon 13.04 infatti, rilasciata proprio in questi giorni, ripercorre questa linea di pensiero accostando all'idea di rolling release un modello basato sugli snapshot, per la distribuzione delle immagini di installazione del sistema operativo.
Trovo molto buona questa scelta di Fabio Erculiani e dei suoi sodali, che appunto hanno rilasciato Sabayon Linux 13.04, con notevoli miglioramenti e parecchie nuove feature su cui discutere. Sabayon è una distribuzione Linux basata sulla celeberrima Gentoo, e dota l'infrastruttura di base di Gentoo - distribuzione storicamente source-based - di un gestore di pacchetti binari, e di una serie di ulteriori automatismi per mettere il tutto a disposizione dell'utente comune. Nonostante Fabio Erculiani sia un noto amante di KDE (come me del resto), per la mia prova su strada ho deciso di utilizzare la versione con XFCE di Sabayon: i cambiamenti sostanziali infatti sono sotto il cofano, e non è molto importante che tipo di desktop environment viene utilizzato.
L'ambiente di default
Sabayon 13.04, appena installata, non presenta particolari caratteristiche attrattive: nella versione XFCE, le scelte riguardo l'estetica predefinita (almeno per quanto riguarda il mio gusto) sono alquanto tristi, ma non è un problema. Si può sempre cambiare. Dopo un processo di installazione di una ventina di minuti dove Anaconda (l'installer) ha fatto il suo dovere senza particolari problemi, mi sono ritrovato nel desktop predefinito, dove c'erano già ad attendermi degli aggiornamenti da fare attraverso Entropy, il gestore del software, e le sue due implementazioni: Rigo, quella grafica, ed Equo, la controparte a riga di comando.
Ho trovato molto interessante inoltre che il sistema metta a disposizione un tool per leggere gli avvisi riguardo agli aggiornamenti: è una cosa che fa un po' power user, ma è effettivamente utile per aggiornare consapevolmente il proprio sistema. Se devo trovare un difetto a Rigo e alla sua interfaccia, essenzialmente direi che il linguaggio è troppo colloquiale per quello che ci si aspetterebbe da una macchina, sebbene questo renda Sabayon unica nel suo genere e mi abbia fatto sorridere più volte durante l'utilizzo.
Aggiornamento di Sabayon attraverso Rigo
L'esperienza di aggiornamento di Sabayon 13.04 ha funzionato molto bene: una volta fatto il refresh dei repository, sono stati aggiornati i pacchetti senza problemi. Rigo è un ottimo centro degli aggiornamenti, con una modalità "stringata" e una modalità più verbosa per consentirci di vedere bene quali operazioni stiamo lanciando. nella schermata, possiamo vedere tutte le informazioni di cui c'è bisogno: nome del pacchetto, descrizione estesa, versione attuale e repository di origine.
Equo
Equo è un ottimo frontend da terminale per la gestione dei pacchetti tramite Entropy. Offre tutte le opzioni più comuni che un package manager dovrebbe avere, ed offre come il suo corrispettivo grafico anche una serie di feature per i power user che permettono di avere un controllo maggiore sul parco software del sistema operativo.
Ho apprezzato anche che venga offerto l'output colorato di default, che aiuterà qualsiasi sistemista o utente comune alle prese con operazioni di questo tipo a leggere con piú precisione gli eventi del gestore dei pacchetti, catalizzando l'attenzione sui dettagli piú importanti.
Systemd
Sabayon 13.04 ha introdotto una feature fondamentale, ossia il supporto sperimentale a systemd, il nuovo sistema di init che supporta la parallelizzazione dei job e le dipendenze tra un demone e l'altro, in modo da velocizzare il processo di boot. Nonostante il supporto a systemd comunque, il sistema di init predefinito rimane il classico OpenRC, caratteristico di Gentoo (old-style, old-school). Systemd va abilitato con una serie specifica di comandi che vanno a modificare la configurazione di sistema.
Per abilitare il supporto a systemd sulla nostra installazione di Sabayon, basta dare questi due comandi:
eselect sysvinit set systemd
eselect settingsd set systemd
Tuttavia, provando io stesso, non sono riuscito a fare il boot del mio sistema, se non tornando ad OpenRC. Mi riservo di fare ulteriori prove in futuro.