Mercoledì vi abbiamo presentato la nuovissima Mandrake 9.0, distribuzione che ha fatto come vanto la cura riposta nel fornire ai propri utenti un sistema il più confortevole possibile. Mandrake, storicamente una distribuzione orientata all'utenza desktop, si avvicina sempre più alle esigenze dei propri utilizzatori. Avevamo accennato anche alla tendenza generale di molte distribuzioni di puntare anche al mercato desktop, fino ad ora poco valorizzato o preso per nulla in considerazione.
Red Hat è proprio una di queste: l'uscita della versione 8.0, avvenuta lunedì, ne è la conferma. La maggiore novità in questa distribuzione sta infatti nella particolare cura rivolta a rendere la distribuzione più omogenea possibile, appianando le differenze (e le apparenze) a livello grafico (divergenze inevitabili per la natura stessa dei programmi che la compongono, nati e sviluppati da programmatori che per forza di cose impongono il proprio gusto estetico, spesso sacrificato a favore di una maggiore funzionalità).
Non ci vuole molto a notare le enormi differenze (prima di tutto estetiche) che ci sono tra i due ambienti grafici, GNOME e KDE (quest'ultimo ispiratosi sempre al look di Microsoft Windows). Queste differenze potrebbero anche confondere l'utente casalingo, poco abituato a compiere scelte così rilevanti per l'aspetto del proprio desktop.
D'altro canto uno dei punti di forza del software libero è sempre stato quello di dare agli utenti un ampio numero di possibilità di scelta. Per restare in tema di Window Manager l'utente più MS Windows oriented può trovare come ambiente ideale KDE oppure GNOME per chi cerca qualcosa di diverso senza però voler cambiare totalmente "abitudini"; chi cerca qualcosa di totalmente differente può provare Window Maker, mentre chi preferisce qualcosa di leggero può sempre ricorrere a Blackbox o IceWM. Come già detto però per un utente proveniente da altri sistemi operativi desktop (come MS Windows o Mac) tutte queste possibilità di scelta potrebbero mettere in difficoltà.
Gli sviluppatori di Red Hat hanno cercato quindi di rendere tutto più omogeneo possibile: a seguito di queste esigenze hanno sviluppato Bluecurve, un tema comune ad entrambi gli ambienti grafici più diffusi (KDE e GNOME) che conferisce un aspetto molto simile a tutti e due i gestori che sembrano addirittura integrarsi. Anche i menu sono stati riorganizzati per una sistemazione più organica, così come sono state inserite delle icone certamente molto più curate. Anche l'installazione è stata ritoccata graficamente (a parte qualche piccola modifica come la possibilità di poter accedere alle impostazioni avanzate per il boot) grazie all'uso delle GTK+ 2.0, che hanno dato a tutta l'interfaccia un look più "plastico" e colorato. Durante la fase di scelta dei pacchetti da installare sono stati introdotti dei commenti più o meno dettagliati sui vari pacchetti disponibili.
E a questo proposito oltre che a KDE 3.0.3 e a GNOME 2.0 va menzionata anche la presenza di OpenOffice 1.0, che fornisce gratuitamente agli utenti una suite per l'ufficio altamente professionale. Fa parte di questa distribuzione anche Mozilla 1.0.1, l'ultima versione del più apprezzato browser Open Source.
Il kernel inserito è un 2.4.18 patchato come al solito dagli sviluppatori di Red Hat (che vanta tra i suoi anche Alan Cox). Fa il suo ingresso per la prima volta la versione 2.0 di Apache, il web server più utilizzato al mondo. La versione di GCC presente è la 3.2, che consente di compilare i programmi con una maggiore ottimizzazione e conseguente aumento delle prestazioni. È presente ovviamente XFree86 nella versione 4.2.0.
Probabilmente le novità introdotte, che (secondo il parere di chi scrive) denotano un forte interessamento di Red Hat anche nei confronti dell'ambiente desktop, contribuiscono a colmare uno dei limiti di questo sistema operativo, apparentemente troppo poco omogeneo nelle sue componenti. È anche vero che difficilmente si potrà mai giungere all'unificazione dei due progetti KDE e GNOME: troppo tempo è passato, sono troppo grandi le differenze tra i due, anche ora che è venuto a mancare il motivo che ha portato allo sviluppo di GNOME (ossia la licenza non libera delle librerie QT). Comunque le modifiche apportate non riguardano direttamente il codice, ma i risultati sono comunque notevoli ed è certamente da apprezzare lo sforzo che è stato fatto verso l'usabilità.