Nelle nostre guide abbiamo spesso parlato dei diversi self-hosted service disponibili per Linux. Potenzialmente è possibile implementare un intero ecosistema di programmi di questo genere sul proprio server. Per un utente normale non è poi un problema integrare qualche self-hosted service, tutto cambia però quando si tratta di organizzare diverse decine di applicativi.
La gestione di questi software diventa infatti più complessa man mano che il loro numero aumenta. Ecco perché negli anni sono nati diversi progetti pensati per organizzarli ed amministrarli al meglio. In questa guida vogliamo proprio parlarvi di una soluzione open source: Organizr.
Cosa è Organizr
Organizr è un progetto appositamente realizzato per aiutare l'utente ad organizzare i self-hosted service presenti in un server. Esso consente di impostare una pagina web con diverse "tab" al proprio interno. Si tratta di una serie di iframe che permettono di caricare più servizi nella medesima web page, suddividendoli in riquadri dedicati e senza la necessità di cambiare pagina o aprire nuove finestre del browser.
Questa impostazione risulta essere notevolmente più agile rispetto alle varie alternative presenti in rete che, invece, si limitano ad offrire delle semplici pagine web statiche con una serie di widget e bookmark.
Organizr è stato pensato anche per gestire più utenti in contemporanea. Quindi è possibile impostare più account con impostazione separate. Questo applicativo è stato realizzato in gran parte usando PHP e JavaScript, si tratta dunque di una soluzione leggera che può essere implementata senza troppi problemi in un vasto ventaglio di configurazioni hardware.
Nella guida di oggi vedremo come installare e configurare Organizr all'interno di Raspberry Pi. I developer del progetto distribuiscono Organizr anche tramite un pratico container Docker, dunque la sua installazione è davvero semplicissima e completamente slegata dal sistema utilizzato.
Requisiti hardware
Per questo progetto consigliamo di dotarvi di un Raspberry Pi 5. Anche se Organizr può operare tranquillamente all'interno di modelli più datati, la presenza di tanti self-hosted service può infatti impattare notevolmente sulle performance della board ARM. Optiamo quindi per l'edizione più recente del device.
Oltretutto se si opera una configurazione manuale del sistema, quindi senza usare SSH, è necessario recuperare periferiche come mouse, tastiera, monitor, cavi ethernet ed USB-C. Senza poi dimenticarci della microSD per la nostra distribuzione Linux e i diversi applicativi.
Installazione e configurazione di Raspberry Pi OS
Per questa guida abbiamo deciso di affidarci al super rodato Raspberry Pi OS, la distribuzione Linux di riferimento della board ARM. Come accennato in precedenza installeremo Organizr tramite un container Docker, quindi se lo preferite potete affidarvi ad una distro differente, l'importante è che sia possibile utilizzare Docker. Se questo è il vostro caso potete spostarvi direttamente nella sezione della guida "Installazione e configurazione del container Docker di Organizr".
Diamo il via al tutorial vero e proprio scaricando Raspberry Pi Imager. Questo tool è stato creato dal team di Raspberry Pi OS ed è sicuramente la migliore soluzione per la sua installazione. Il programma è stato pensato per rendere più semplice il flash e le configurazioni iniziali della distribuzione. Dunque Raspberry Pi Imager rende più accessibile la board ARM anche ai novizi del mondo Linux.
Dopo averla scaricata avviamo l'utility, clicchiamo su "Choose Device" e selezioniamo il modello del dispositivo utilizzato. Tramite "Choose OS" impostiamo poi la versione di Raspberry Pi OS a 64bit mentre da "Choose Storage" indichiamo la microSD da usare per il flash.
Clicchiamo sul tasto "Next". Arrivati a questo punto dobbiamo scegliere se configurare subito alcuni aspetti della distribuzione o avviarla con dei setting predefiniti. Vi consigliamo di impostare alcuni parametri che saranno molto comodi in futuro. Cliccate su "EDIT SETTING" cosi da abilitare l'accesso tramite SSH ed inserire un hostname, la time zone ed il keyboard layout.
Confermiamo le nostre scelte con "YES" e attendiamo che il processo giunga al termine. Ultimato il tutto possiamo inserire la microSD nella Raspberry Pi e connetterla alla corrente elettrica.
Installazione di Docker su Raspberry Pi OS
Dopo esserci loggati sul sistema tramite SSH, o connettendoci fisicamente con mouse, tastiera e monitor, passiamo all'installazione di Docker su Raspberry Pi OS. Il tutto può essere fatto tramite bash, quindi sfruttiamo curl per reperire l'installer di Docker:
curl -sSL https://get.docker.com | sh
e successivamente eseguiamolo:
sudo sh get-docker.sh
Dopo l'installazione è necessaria una breve configurazione iniziale. Aggiungiamo quindi il nostro utente al gruppo Docker:
sudo usermod -aG docker nomedelvostroutente
e impostiamo Docker in modo che si avvii in automatico ad ogni boot:
sudo systemctl enable docker.service && sudo systemctl enable containerd.service
Installazione e configurazione del container Docker di Organizr
Siamo quindi pronti per la configurazione del container Docker di Organizr. L'operazione è abbastanza semplice e può essere svolta anche in questo caso tramite bash. Generiamo una directory dedicata:
sudo mkdir -p /opt/stacks/organizr
e spostiamoci al suo interno:
cd /opt/stacks/organizr
Andiamo poi a creare il nuovo Docker compose file per Organizr tramite l'editor di testo nano:
sudo nano compose.yaml
il nuovo file appena creato andrà popolato cosi:
services:
organizr:
container_name: organizr
hostname: organizr
image: organizr/organizr:latest
restart: unless-stopped
ports:
- 8080:80
volumes:
- ./config:/config
environment:
- TZ=Europe/Rome
Salviamo le modifiche con CTRL+O e chiudiamo l'editor con CTRL+X. Avviamo poi il Docker appena creato con questo comando:
docker compose up -d
Accedere alla Web Interface di Organizr
Abbiamo ultimato la configurazione del Docker di Organizr e in questo momento esso è in esecuzione sul nostro server. Ora dobbiamo accedere all'interfaccia web del programma. Per farlo basta connetterci tramite browser, quindi digitiamo nella barra degli URL:
192.168.1.12:8080
La prima parte dell'indirizzo è composta dall'IP locale del dispositivo. Se non conosciamo questo dato possiamo reperirlo agilmente con:
hostname -I
8080
è invece la porta su cui è in ascolto Organizr. È possibile visualizzarla all'interno del Docker compose file generato in precedenza.
Dopo il primo accesso Organizr ci propone un breve wizard. Una volta che verrà ultimato saremo pronti per configurare la nostra home page cosi da gestire i diversi self-hosted service presenti nel server.