Raspberry Pi 5 è la più recente evoluzione di un progetto britannico nato nel 2012 e finalizzato alla creazione di una single board low cost. In più di 10 anni di vita Raspberry Pi è diventata un punto di riferimento per una vasta community di appassionati, hobbisti e maker che sfruttano questo piccolo device come base per progetti di prototipazione e non solo. La board può trasformarsi in un NAS o in una console per il retrogaming, così come in un server DNS. Le sue applicazioni sono praticamente infinite, questo perché di fatto può operare come una normalissimo computer animato da una distribuzione Linux.
La sua ampia adozione gli ha permesso di diventare compatibile praticamente con tutto il parco applicativi della piattaforma del "Pinguino". La sua community ha poi realizzato una serie di tool complementari che rendono l'accesso e l'utilizzo di questa board alla portata di tutti, anche degli utenti alle prime armi che sbarcano per la prima volta nel mondo Linux e delle board ARM.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio tutte le innovazioni presenti in Raspberry Pi 5.
Il nuovo SoC
Come succede per ogni nuova incarnazione del progetto, anche il Raspberry Pi 5 è dotato di un nuovo SoC con componenti aggiornati e migliorati rispetto al passato. Esso integra il nuovo SoC animato dalla CPU Broadcom BCM2712. Uun chip ARM Cortex A76 realizzato con una tecnologia a 16 nanometri, quad-core che arriva a 2.4GHz di clock. Tale processore è nettamente più potente dell'edizione presente nel Raspberry Pi 3 ed è un sensibile miglioramento anche rispetto al più recente Raspberry Pi 4. La Raspberry Pi Foundation parla di performance 2/3 volte superiori anche se non specifica in che contesto.
Come GPU, ovvero il chip dedicato alle elaborazioni grafiche, è stato scelto il VideoCore VII con clock ad 800Mhz che integra il decoder 4K HEVC ed il supporto alle librerie OpenGL ES 3.1 e Vulkan 1.2. Questo gli permette di lavorare nativamente a performance ottimali con tutta una serie di contenuti in risoluzione 4K (3840 x 2160 px). Inoltre, Raspberry Pi 5 può ora gestire e riprodurre i contenuti video in HDR.
La scheda video, unita alle due porte micro HDMI integrate, garantisce un output video 4K a 60FPS anche su due monitor, contemporaneamente. È quindi l'ideale per qualsiasi workstation moderna. Raspberry Pi 5 viene ovviamente venduto nelle due classiche varianti da 4GB e da 8GB di RAM che in tale incarnazione sono di tipo LPDDR4X-4267 SDRAM.
Raspberry Pi 5: interfaccia PCI Express 2.0 integrata
Oltre al nuovo SoC Raspberry Pi 5 dispone di due miglioramenti hardware davvero importanti e richiesti da tempo dalla community di utenti ed appassionati. La board è stata finalmente dotata di un'interfaccia single-lane PCI Express 2.0 che tramite un apposito add-on può gestire un'unità SSD NVMe/M.2. Questo permette a Raspberry Pi 5 di ottenere le medesime performance di lettura/scrittura di altri mini PC.
In passato, infatti, gli utenti del device erano limitati dalle prestazioni offerte delle microSD che sfruttano per lo più memorie eMMC. Tale tecnologia è ideale per lo storage di contenuti creati con fotocamere o per i cellulari, offrono poi prestazioni accettabili anche se non al livello di un vero e proprio SSD. Tuttavia i task che normalmente si eseguono quotidianamente su PC, e dunque anche su Raspberry Pi, vanno ad impattare notevolmente sul ciclo vitale delle microSD.
Questo aspetto costringeva gli utenti ad affidarsi a dischi USB auto-alimentati, e dunque ad aumentare i consumi energetici e lo spazio fisico occupato, con cui gestire grosse quantità di dati ed evitare di danneggiare le microSD nel lungo periodo.
Ora gli utenti potranno adottare fin da subito una componente SSD NVMe/M.2 e prolungare notevolmente la durata, la stabilità e le performance delle proprie configurazioni. Questo elemento permetterà quasi certamente di introdurre la board ARM in un maggior numero di contesti d'applicazione.
Pulsante d'accensione di default e ad alimentatore da 25W
Per via di questo nuovo SoC e dello slot SSD ora la Raspberry Pi Foundation consiglia di abbinare il dispositivo ad un alimentatore USB-C da 25W che dovrebbe massimizzare le prestazioni. Sotto tale potenza la board si autolimiterà.
Altra nuova feature hardware di Raspberry Pi 5 è il tasto di accensione/spegnimento integrato. Nelle edizioni precedenti per accendere la board bastava connetterla alla rete elettrica. Ovviamente questo comportamento può non essere adatto a tutti i contesti e per riaccendere il device, in assenza di un accessorio apposito, era necessario staccare e riattaccare il cavo USB. Con l'inclusione di un tasto dedicato si è finalmente eliminata la necessità di un pulsante esterno quando si desidera avviare il dispositivo senza dover staccare e reinserire fisicamente alcun cavo.
Supporto al PoE+ e compatibilità con Ubuntu 23.10
Dal punto di vista delle reti il Raspberry Pi 5 gode del supporto per la tecnologia Wi-Fi Dual-band 802.11ac e del Bluetooth 5.0 per interfacciarsi in wireless con le periferiche ed i router più recenti. Questo modello implementa finalmente il supporto a PoE+ (Power over Ethernet) per ottenere energia direttamente da un PoE HAT. Tale feature risulta particolarmente utile nei sistemi embedded, magari per realizzare un router WIFI, dove oggi è molto comune affidarsi a questa tecnologia.
Oltre che con il sistema operativo ufficiale, Raspberry Pi OS, Raspberry Pi 5 è ufficialmente compatibile anche con Ubuntu 23.10, la nuova edizione della distribuzione Linux sviluppata da Canonical. Questo permette agli utenti che preferiscono utilizzare Ubuntu di acquistare Raspberry Pi 5 senza la necessità di affidarsi, almeno nei primi tempi, al solo Raspberry Pi OS.
Non appena saranno disponibili gli appositi driver si potrà utilizzare il Raspberry Pi 5 anche con la versione di Windows 11 specifica per i device ARM. Gli utenti non saranno quindi "costretti" ad utilizzare una distribuzione Linux.