I microcontenuti, brevi testi spesso fuori contesto, sono l'essenza della scrittura online. I lettori del Web si basano su tali testi descrittivi per decidere se approfondire la lettura di una pagina, di un sito o di un messaggio e-mail.
Questo articolo, partendo dalla definizione di microcontenuti, analizza alcuni degli errori più comuni nella scrittura dei titoli delle pagine e degli oggetti dei messaggi di posta elettronica, per poi offrire alcuni consigli pratici sulla scrittura di microcontenuti e macrocontenuti adatti a diversi tipi di lettori.
Microcontenuti: che cosa sono?
La prima definizione di microcontenuti (microcontent in inglese) è di Jakob Nielsen, in un fondamentale articolo del 1998. Per Nielsen, i microcontenuti sono «perle di chiarezza: 40-60 caratteri per spiegare il macrocontenuto. Se il titolo [di una pagina] o l'oggetto [di una mail] non chiariscono perfettamente l'argomento della pagina o del messaggio di posta elettronica, gli utenti non l'apriranno mai.» Tag title, titoli e sottotitoli all'interno delle pagine, oggetti delle e-mail: sono questi gli esempi principali di microcontenuti per il guru dell'usabilità.
Ma quali sono gli altri microcontenuti? Luisa Carrada, nel suo
«Scrivere per Internet», aggiunge all'elenco:
- il nome del dominio;
- i link ipertestuali e di navigazione;
- le parole chiave all'interno del testo;
- la sitemap;
- le didascalie e i box;
- i metatag (KEYWORDS e DESCRIPTION);
- il testo alternativo delle immagini (attributo ALT del tag IMG).
Per Beverly Durfee i microcontenuti servono a migliorare la propria presenza sul Web: sono i testi che presentano voi e i vostri contenuti alla maggior parte delle persone che vi contattano in rete.
Che cosa sono quindi i microcontenuti?
Possiamo forse riassumere le loro caratteristiche in una definizione generale: i microcontenuti sono l'essenza della scrittura online, brevi testi, spesso fuori contesto, che invitano i lettori a leggere di più.
Dal titolo di una pagina, all'oggetto di una mail: tutti gli utenti di Internet (non solo i web writer) scrivono microcontenuti per farsi leggere. Imparare a scriverli nel modo più efficace è essenziale per comunicare meglio sul nuovo medium online.
Buoni e cattivi esempi
Chiunque scriva una e-mail o una pagina web vuole che qualcuno (i destinatari del messaggio o i lettori della pagina) legga ciò che ha da dire.
I potenziali lettori leggono spesso l'oggetto della e-mail (in un programma di posta elettronica) o il titolo della pagina (nei risultati di un motore di ricerca o in un elenco di link) prima di accedere ai nostri contenuti. Spesso, purtroppo, questi brevi testi sono scritti male e la mail viene ignorata o cancellata e il link non viene seguito.
Oggetti delle e-mail
Chi vuole esercitarsi a scrivere microcontenuti che funzionano sul Web, può provare a fare attenzione a ciò che scrive nel campo oggetto ogni volta che invia un messaggio di posta elettronica.
Cattivi esempi
- «Curriculum vitae» Questo oggetto e-mail non dice nulla sul candidato e sulle sue qualifiche.
- «Offerta speciale» Nessuna informazione su cosa si offre. Il messaggio verrà sicuramente cancellato.
- «Invio lavoro» Quale lavoro? Il destinatario dovrà aprire il messaggio per capire di che si tratta.
Buoni esempi
- «Traduttore tecnico inglese-italiano: CV Gianna Luna» Il destinatario sa subito se il curriculum è interessante e lo troverà più facilmente quando lo cerca sul programma di posta elettronica.
- «PC multimediali in offerta fino al 15/01/02» Se stiamo cercano un PC
daremo senz'altro uno sguardo alla mail. - «Consegna: foto ritoccate articolo mondiali 2002» Tra le mail che riceve il nostro committente, sarà possibile trovare facilmente quelle che riguardano la consegna di un determinato lavoro.
Titoli delle pagine web
Chi pubblica contenuti sul Web deve assicurarsi che il titolo della pagina (tag TITLE) attiri l'attenzione dei potenziali lettori in un elenco fuori contesto. E ha poche parole a disposizione (10-15 al massimo, tra i 60 e gli
80 caratteri).
Cattivi esempi
- «Home page» Un esempio che si vede spesso sul Web. Non ci dà nessuna informazione sui contenuti della pagina.
- «Alfa srl» Anche questo genere di titolo è comune. Ma che cosa è Alfa srl? L'unica informazione (per un lettore italiano) è che si tratta
di una società a responsabilità limitata.
Buoni esempi
- «Museo archeologico di Cuneo - Home page» L'informazione «home page» rimane, ma dopo l'informazione principale (a chi appartiene la pagina).
- «Servizi finanziari - Alfa srl» A meno che non si tratti di una azienda conosciuta, è molto meglio mettere l'informazione che più interessa il lettore prima del nome della società.
Come scrivere i microcontenuti
È possibile dettare alcune regole generali per scrivere ogni tipo di microcontenuti?
Anche se ogni microcontenuto ha delle caratteristiche particolari, come la massima lunghezza accettabile, ci sono sicuramente alcune accortezze che vale la pena seguire per tutti questi testi.
- La prima parola è essenziale. Deve essere la più significativa per chi è interessato a leggere il macrocontenuto associato. Negli elenchi alfabetici appare in una posizione migliore per facilitare la
ricerca - Brevità e concisione. È bene evitare parole inutili e ridondanti. Ogni parola conta nei microcontenuti: eliminate ogni termine superfluo e non
significativo. - Semplicità. I microcontenuti di stile pubblicitario o giornalistico non funzionano sul Web. Semplificare la sintassi ed evitare giochi di parole o testi criptici.
- Completezza. Il microcontenuto deve essere un riassunto il più possibile completo del testo a cui si riferisce.
Microcontenuti e macrocontenuti per ogni lettore
Ogni utente di Internet ha un determinato livello di interesse nei nostri contenuti. Semplificando, si può dire che i livelli di interesse sono tre: nessun interesse, un certo interesse, un forte
interesse.
Nathan Wallace, in suo articolo sul web writing per livelli di interesse del 1999, distingue ulteriormente il possibile interesse dei lettori nelle seguenti categorie di micro e macrocontenuti:
- nessun interesse;
- solo il titolo della pagina (TITLE);
- sintesi di una frase;
- sintesi di un paragrafo;
- punti principali;
- punti secondari;
- interesse approfondito;
- desiderio di maggiori informazioni.
In base alle categorie della Wallace è possibile catturare l'interesse di vari lettori (ed evitare che i lettori non interessati raggiungano la pagina) scrivendo una gerarchia di contenuti che agiscono da filtri successivi.
Il primo, fondamentale filtro per «scremare» i potenziali lettori è ovviamente il tag TITLE che deve dare un'idea fondamentale del contenuto della pagina. I livelli successivi «catturano» lettori sempre più interessati: la frase sintetica di apertura, il paragrafo sintetico di apertura, titoli e sottotitoli (punti principali), testi evidenziati in grassetto e punti elenco (punti secondari), macrocontenuti (interesse approfondito) e collegamenti ipertestuali (desiderio di maggiori informazioni).
I microcontenuti sono sul Web fondamentali porte di accesso ai macrocontenuti. Come ci ricorda la Wallace, «filtrare le informazioni è il principale requisito per chi scrive nell'attuale mondo ad alta densità di informazioni».
Tecniche di scrittura multilivello
Comprendere la gerarchia di micro e macrocontenuti può aiutarci a scrivere meglio per farci leggere meglio da ogni tipo di lettore. È ancora la Wallace a suggerire un'utile metodologia di scrittura multilivello.
Ecco la scaletta che l'autrice propone di seguire nella scrittura di una pagina web:
- CREARE le sezioni/i titoli principali;
- SCRIVERE i punti secondari per ciascuna sezione, ordinandoli in modo adeguato;
- INSERIRE i link ipertestuali accanto ai punti corrispondenti;
- ELABORARE il testo (dall'inizio alla fine) trasformando ogni punto secondario in un paragrafo;
- FORMATTARE i punti secondari in grassetto;
- SCRIVERE una frase sintetica sui contenuti del testo;
- UTILIZZARE tale frase come inizio di un paragrafo sintetico;
- SINTETIZZARE ulteriormente la frase sintetica in un breve titolo informativo.
Una volta terminata la scaletta di scrittura, è consigliabile rileggere il testo più volte seguendo prima i titoli principali, poi i punti secondari e così via. Ogni livello di scrittura dovrà offrire un percorso di lettura comprensibile e logico per il tipo di lettore a cui è indirizzato: dalla lettura rapida dei punti principali alla lettura approfondita del macrocontenuto.
Per concludere, non trovo parole migliori di quelle che usa Luisa Carrada per descrivere l'importanza dei microcontenuti per il web writer: «potete dedicare tutta l'attenzione che volete ai vostri testi, ma non potete permettervi di trascurare le poche parole davvero cruciali, quelle che possono compromettere tutto il vostro lavoro.»