Ottobre è veramente un mese prolifico in tema di nuove versioni delle più famose distribuzioni. Prima è toccato alla prima beta di Ubuntu, poi al nuovo rilascio di OpenSuse, ora a Mandriva e poi il 18 ancora ad Ubuntu per la versione finale. Un mese da ricordare per tutti gli appassionati del pinguino, sicuramente.
Lasciando per un attimo da parte quelle che possano essere considerazioni da ammiratori e fan, queste distribuzioni pare abbiano un unico comune denominatore: conquistare, grazie a GNU/Linux, quanti più desktop e nuovi utenti possibili. Perché diciamo questo? Semplice, perché tutte le nuove versioni hanno quasi del tutto superato le limitazioni che le avevano rispettivamente contraddistinte, purtroppo in negativo, negli ultimi anni. Tra queste, spicca sicuramente Mandriva.
Scagli la prima pietra chi non ha mai sentito parlare, in negativo, nei primi anni del nuovo millennio di questa distribuzione. Alcuni parlavano della sua scarsa resa a livello di sistema, strumenti antiquati e molto altro. Altri affermavano che fosse una distribuzione troppo semplice, troppo orientata all'utente alle prime armi. In linea generale, tutti erano però d'accordo sui suoi troppi problemi di instabilità. Come tutti sanno, in questo campo, una volta etichettati e poi difficile scrollarsi di dosso critiche e preconcetti. Con la nuova versione, Mandriva sembra esserci riuscita.
Ne hanno parlato in tanti; riviste telematiche, grandi siti di comunità on-line e chi più ne ha, più ne metta. È anche per questo motivo che abbiamo voluto dare questa possibilità, con questa recensione, alla nuova interessante versione di Mandriva.
Analizziamo allora le caratteristiche salienti della nuova arrivata. Mandriva Linux 2008, a detta dei suoi sviluppatori, include tutte le più interessanti novità in tema di pacchetti. È basata su un kernel 2.6.22.9 e sul migliore supporto hardware di sempre. Pare infatti che sia in grado di riconoscere automaticamente la maggior parte dell'hardware presente oggi sul mercato, oltre ovviamente a quello un tantino più datato.
Come ambienti desktop ricordiamo l'adozione dell'ultimo arrivato Gnome 2.20, con tutte le sue migliorie già analizzate in uno dei nostri articoli passati, e KDE 3.5.7 che rimane ancora l'ambiente desktop predefinito di Mandriva. Quest'ultimo include importanti ritocchi a KaddressBook, Korganizer, Kalarm, Kmail, Kpdf, Umbrello UML, Kdevelop e ai motori Khtml e KJS. Come poteva poi mancare il supporto al prossimo KDE 4, anche qui, allo stesso modo delle altre distribuzioni analizzate sino ad ora, presente come "technology preview". Tra tutte le novità promesse dall'ultima versione dell'apparentemente rivoluzionario ambiente desktop spicca il supporto a Nepomuk, il desktop semantico diretto da Mandriva stessa.
Come alternativa a KDE e Gnome, è presente anche XFCE 4.4.1, un ambiente desktop leggero, pensato esclusivamente per tutti quegli utenti che non dispongono di requisiti hardware all'ultimo grido.
Il kernel adottato, il 2.6.22, oltre che a fornire migliorato supporto hardware e prestazioni notevoli, include anche il supporto alla tecnologia "tickless", la stessa richiesta da PowerTOP per risparmiare energia. In più è stato migliorato il supporto alle schede audio con ALSA ed è stato aggiunto il driver ivtv, per il supporto alle schede TV.
Ritornando al lato end-user, altro novità sono quelle che interessano OpenOffice.org, in versione 2.2.1, e non 2.3 come tutte le altre, Compiz Fusion 0.5.2 per gli effetti desktop 3D, Xorg 7.2 e GCC in versione 4.2. In mancanza dell'ultima versione disponibile, OpenOffice.org di Mandriva è uno dei primi ad utilizzare i Liberation Fonts di Red Hat, progettati per essere del tutto equivalenti, in tutte le loro misure, ai font proprietari di casa Microsoft.
Novità anche in tema di strumenti di gestione del sistema. Una delle prime novità che salta all'occhio è sicuramente la creazione di un nuovo strumento di rete unificato, chiamato Draknetcenter, utilizzato per configurare e gestire le varie connessioni di rete. Transfugdrake è invece lo strumento di migrazione e di importazione di documenti e settaggi per il passaggio da Windows a Mandriva. Notevoli miglioramenti sono stati apportanti anche a Rpmdrake, il software grafico di gestione dei pacchetti di Mandriva. Il tutto per rendere la gestione del sistema quanto più oculata e semplice possibile all'utente finale.
Infine sono da segnalare i miglioramenti grafici, con le icone adattate agli standard di FreeDesktop e la nuova organizzazione del menù dell'ambiente desktop KDE.
Tutti coloro che intendo provare la nuova versione di Mandriva possono farlo scaricando la versione One o quella Free. In alternativa è possibile acquistare il box completo di supporto e manuale d'uso.
In definitiva possiamo dire che anche per Mandriva sono stati compiuti passi da gigante in tema di usabilità e stabilità. Dopo Ubuntu, openSUSE e Fedora, Mandriva è sicuramente un'altra distribuzione degna di nota e che si farà sicuramente valere nel presente e nel futuro. Il tutto aspettando le novità introdotte da Fedora 8.