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Linux: 5 software per la virtualizzazione

5 software Open Source liberi e gratuiti per la virtualizzazione nelle distribuzioni basate sul kernel Linux
5 software Open Source liberi e gratuiti per la virtualizzazione nelle distribuzioni basate sul kernel Linux
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La virtualizzazione dei sistemi operativi è un'operazione ormai molto comune Soprattutto nel software development si usano diverse applicazioni con cui creare un ambiente che possa simulare alla perfezione il terminale, o il server, che ospiterà l'applicativo una volta ultimato il lavoro di sviluppo. Per ragioni di sicurezza esistono anche configurazioni che prevedono che una serie di programmi siano eseguiti in una virtual machine, cosi da bloccare l'accesso al sistema host ai processi eseguiti nel sistema virtualizzato. In questa guida andremo quindi ad illustrare le applicazioni di virtualizzazione più popolari in ambiente Linux.

Fino a qualche anno fa per coloro che utilizzano un sistema animato dal kernel del Pinguino era comune utilizzare una macchina virtuale con cui avviare Windows, giocare ad un videogame, installare la suite Microsoft Office o altri software come la Creative Suite di Adobe che non ha un corrispettivo nel mondo Linux. Per questo motivo esistono numerose alternative valide per generare e gestire delle virtual machine sulle distribuzioni. Nello specifico oggi andremo ad analizzare 5 diverse soluzioni Free e Open Source.

GNOME Boxes

Gnome Boxes

Partiamo con GNOME Boxes. Si tratta di un software sviluppato dal team del progetto GNOME, l'ambiente grafico open source di riferimento per decine di distribuzioni. Una larga parte dell'utenza Linux si ritrova preinstallato tale programma e magari inizia ad entrare nel mondo delle virtualizzazione proprio grazie a GNOME Boxes.

Uno dei punti di forza di questo applicativo è la sua UI che è davvero user-friendly e consente di accedere facilmente a tutte le principali opzioni per avviare il sistema operativo desiderato. Proprio per mantenere l'interfaccia utente più semplice e lineare possibile i coder di GNOME Boxes hanno deciso di non includere tutte le opzioni più avanzate e di focalizzarsi su quelle più utilizzate. Ecco perché gli utenti esperti potrebbero trovare GNOME Boxes privo di alcune feature essenziali. Tuttavia, trattandosi di un progetto indirizzato ai neofiti, le opzioni integrate sono sufficienti per le necessità di un ampio bacino di utenti.

GNOME Boxes è disponibile nei repository delle principali distribuzioni Linux. Per installarlo su Ubuntu basta ad esempio aprire bash e scrivere:

sudo apt install gnome-boxes

QEMU

QEMU

Questo software di virtualizzazione è in grado di emulare anche le piattaforme hardware. Tale caratteristica l'ha reso molto popolare tra gli sviluppatori che desiderano testare codice su un'architettura diversa da quella del proprio terminale, in modo tale da capire se un'applicazione multipiattaforma funziona come dovrebbe in contesti e setting differenti.

QEMU può essere accoppiato con KVM, cosi da ottenere migliori prestazioni, anche grazie alla sua capacità di hardware-level virtualization. QEMU viene classificato come un hypervisor type-2, offre quindi un sistema di gestione centralizzata di più macchine virtuali. I coder del progetto l'hanno dotato di una GUI moderna e semplice da utilizzare che permette l'accesso facilitato a tutte le principali funzionalità per creare ed amministrare le istante di cui necessità l'utente.

Anche QEMU è presente nei repository delle distribuzioni, per installarlo su Ubuntu basta lanciare il seguente comando nel terminale:

sudo apt install qemu-kvm virt-manager virtinst libvirt-clients bridge-utils libvirt-daemon-system -y

KVM

KVM

Il terzo programma di cui vi vogliamo parlare oggi è KVM (Kernel-based Virtual Machine). Si tratta della piattaforma di virtualizzazione integrata nel kernel Linux ed è quindi quella di riferimento per tantissimi progetti che sfruttano una distribuzione come sistema host per poi generare istanze da gestire, anche tramite un hypervisor. KVM è infatti un hypervisor type-1 hardware-based. L'utente ha accesso alle prestazioni massime della piattaforma hardware (bare metal like performance) con tutte le istanze.

Ciò è possibile perché KVM può convertire i Linux host in hypervisor veri e propri e quindi abilitare tanti strumenti per gestire anche decine di macchine virtuali sul medesimo sistema host. KVM è il candidato ideale per le aziende che necessitano di realizzare più virtual machine sui cui far girare diversi sistemi operativi con una moltitudine di setting dedicati, da gestire agilmente tramite un sistema di hypervisor.

KVM è dunque preinstallato su tutte le distribuzioni Linux. Per utilizzarlo potete sfruttare ad esempio QEMU oppure agire da terminale. Ecco come creare una virtual machine di Ubuntu:

sudo virt-install --name ubuntu-guest --os-variant ubuntu20.04 --vcpus 2 --ram 2048 --location http://ftp.ubuntu.com/ubuntu/dists/focal/main/installer-amd64/ --network bridge=virbr0,model=virtio --graphics none --extra-args='console=ttyS0,115200n8 serial'

Proxmox

promox

Proxmox Virtual Environment è una virtualization platform open source dedicata espressamente alle imprese. Viene infatti distribuita tramite un programma di sottoscrizione che da accesso anche ad un supporto dedicato ai vari servizi integrati in Proxmox. Offre dunque diverse feature avanzate per generare e gestire le istanze virtualizzate.

Tecnicamente si tratta di un server software basato su Debian che offre agli utenti anche la possibilità di eseguire la containerization dei programmi in modo da gestire al meglio le risorse ed ottimizzare l'esecuzione degli applicativi. Oltre a questo il team di coder Proxmox ha integrato un sistema di backup, elemento davvero comodo soprattutto per il target di utenti a cui punta il progetto. Se impostato esegue il salvataggio delle macchine virtuali e dei dati contenuti in esse.

oVirt

oVirt

oVirt è una piattaforma di gestione della virtualizzazione sfruttabile sia dagli utenti privati che dalle imprese. Questa soluzione è stata realizzata inizialmente dagli sviluppatori Red Hat ed è la base cui si fonda il più noto strumento chiamato RHV (Red Hat Virtualization) utilizzato all'interno del sistema Red Hat Enterprise Linux.

oVirt implementa una serie di tool per la gestione di un'architettura server dedicata alla virtualizzazione software. Il programma dispone di una comodissima interfaccia Web con cui accedere da remoto alle diverse istanze, in modo da avviarle o arrestarle, oppure per modificare i diversi parametri. Sempre nella Web interface è reperibile un comodo sistema di monitoring e visualizzazione dei livelli di prestazione.

L'amministratore di sistema ha quindi sempre a disposizione una panoramica completa di quanto avviene nel sistema host e nelle virtual machine. In questo modo in caso di problemi il sysadmin può intervenire tempestivamente.

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