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Le affordance dei motori di ricerca e la razionalità limitata dei navigatori

In che modo gli utenti usano i motori di ricerca? Quanto e come sfruttano le molteplici opzioni che sono loro offerte?
In che modo gli utenti usano i motori di ricerca? Quanto e come sfruttano le molteplici opzioni che sono loro offerte?
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In che modo gli utenti usano i motori di ricerca? Quanto e come sfruttano le molteplici opzioni che sono loro offerte? Sono informazioni che possono essere utili anche a chi quotidianamente studia i motori ai fini del posizionamento e dell'ottimizzazione. In questo articolo sono presentati i risultati di una ricerca di tipo qualitativo che ha visto la partecipazione di 31 utenti. Tema: i concetti di affordance e razionalità limitata applicati ai motori di ricerca.

Le affordance del motore di ricerca

Il motore di ricerca lo possiamo pensare come ad un artefatto cognitivo. Norman definisce un artefatto cognitivo come "un dispositivo artificiale che svolge una funzione di rappresentazione, progettato per presentare, mantenere e operare sull'informazione".

Un esempio è sicuramente il computer. Esso permette di effettuare una serie di compiti molto complessi a fronte di un periodo più o meno lungo di apprendimento.

Il motore di ricerca è quindi un artefatto cognitivo, in quanto permette di effettuare una ricerca organizzando i risultati, evidenziando le attinenze e visualizzando sue elaborazioni.

Ogni artefatto ha delle affordance, delle operazioni che esso consente di fare e quindi delle possibili funzioni dell'oggetto. Un esempio. La matita invita ad essere sollevata, afferrata, girata, inoltre con essa è possibile fare altre operazioni quali bucare, sostenere, battere e poi naturalmente scrivere.
Si può quindi pensare alle affordance a come delle possibilità operative offerte da un artefatto.

Cosa ci invita a fare il motore di ricerca? Oltre a ricercare delle informazioni attraverso l'inserimento di parole chiave, o a volte attraverso le categorie, ci offre la possibilità di utilizzare le sezioni diversificate e la ricerca avanzata.

Le sezioni diversificate sono delle sottocategorie di informazioni come per esempio le sezioni immagini, gruppi, directory, news ecc. in Google; le sezioni aziende, prodotti, persone, immagini ecc. in Virgilio; le sezioni desktop, notizie, immagini, Encarta, locale ecc. in Msn. Inoltre ogni motore dà ai propri utenti la possibilità di specificare meglio i termini della ricerca da effettuare attraverso quella che viene definita ricerca avanzata.

Diventa importante capire se queste affordance del motore di ricerca siano percepite dai navigatori (affordance percepite) come possibilità operative dell'artefatto oppure no.

Spesso si tende ad utilizzare gli strumenti in modi che vengono suggeriti dalle loro affordance più salienti e non in modi che invece sono difficili da scoprire. Nei cellulari di ultima generazione vi sono tante funzioni potenti che spesso non vengono utilizzate dai loro possessori e molte volte neppure conosciute.

Attraverso un'indagine di tipo qualitativo, nella quale si sono osservati 31 partecipanti volontari (di cui 16 di prova) mentre effettuavano varie ricerche on-line, si è verificato se gli utenti utilizzassero la ricerca avanzata, le sezioni diversificate dei motori di ricerca e le motivazioni del mancato utilizzo.

Figura 1 - Tabella con i risultati della ricerca
Tabella

Nella tabella riportata qui sopra si può notare come solamente 3 partecipanti su 15 utilizzano la ricerca avanzata. Inoltre, 6 delle 12 persone che non la utilizzano non la conoscono.
Alcuni utenti (solo 3) la conoscono, ma la utilizzano solamente in casi particolari, cioè quando la ricerca è complessa o devono inserire molte parole chiave.

La ricerca avanzata non sembra essere un'affordance percepita dagli utenti. Una buona parte dei partecipanti, infatti, non la conosce ed inoltre altri partecipanti non la ritengono utile, portandoli spesso ad ignorarla del tutto.

A differenza della ricerca avanzata, la maggior parte dei partecipanti (12 su 15) utilizza e conosce le sezioni diversificate dei motori di ricerca.

La ricerca che è stata fatta svolgere ai partecipanti consisteva nel trovare un' immagine. La maggior parte di essi entrava nella rispettiva sezione, anche se in alcuni partecipanti affermavano di conoscere solo quella sezione o alcune di esse.

Secondo quest'indagine, i navigatori percepiscono come affordance del MdR (tra quelle prese in considerazione) solo le sezioni diversificate, anche se non ne hanno una totale consapevolezza. Spesso i navigatori conoscono solo alcune delle sezioni e quindi solo parte delle possibilità operative che il motore gli offre.

La razionalità limitata applicata ai motori di ricerca

In passato vi sono stati vivaci dibattiti tra chi pensava che la mente umana dovrebbe tendere ad avvicinarsi alle prestazioni di una macchina e chi invece sosteneva essere fondamentale, per la buona riuscita di un compito, economizzare gli sforzi, senza prefiggersi di arrivare alla soluzione ottima, ma ad un risultato soddisfacente.

Quest'ultima visione è stata perseguita da Simon. Essendo la mente umana fortemente vincolata da limiti attenzionali, di memoria e di coerenza delle conoscenze, l'autore crede sia razionale accontentarsi di prestazioni cognitive soddisfacenti. L'ulteriore sforzo che l'individuo compierebbe per arrivare al massimo grado di conoscenza, infatti, non verrebbe compensato da risultati proporzionalmente migliori.

Il raggiungimento dei risultati, quindi, dovrebbe avvenire attraverso un modo di operare definito razionalità limitata e non attraverso quella che, in contrapposizione, viene definita razionalità olimpica. In questo modo l'uomo ha la possibilità di adattarsi in modo intelligente ai vincoli che il cervello gli impone.

Per spiegare meglio la differenza tra razionalità olimpica e razionalità limitata occorre con un esempio. C'è un uomo che deve recarsi in banca con la propria automobile. La razionalità olimpica lo porterebbe a cercare di arrivare il più vicino possibile all'edificio, rischiando, però, di perdere molto tempo, senza la certezza di riuscirci. Al contrario potrebbe accontentarsi di posteggiare nelle vicinanze e fare un piccolo pezzo a piedi. Con questa seconda strategia (razionalità limitata), eviterebbe di perdere molto tempo nella ricerca di un posto vicino, per poi rinunciarvi e parcheggiare comunque lontano, con un dispendio di risorse più contenuto (ottimo locale).

Il voler sempre raggiungere l'apice delle possibilità, infatti, può significare il dispendio di risorse mancanti poi nell'applicazione della conoscenza o, addirittura, l'impossibilità di raggiungere quello che si ritiene l'obiettivo reale, appunto per l'esaurirsi delle risorse stesse. Inoltre, il voler esaminare tutte le infinite possibilità, può significare il non rendersi conto che non esista ulteriore margine di miglioramento. Viceversa, la capacità di stimare il livello sufficiente del grado di precisione di un'informazione cercata, una volta che la si trovi, implica la conservazione delle energie necessarie per il successivo trattamento.

Le informazioni che è possibile reperire attraverso Internet sono in grandissima quantità. Uno strumento che aiuta gli utenti nella navigazione di tali risorse è sicuramente il motore di ricerca. Esso dà la possibilità al navigatore di trovare le informazioni che si avvicinino il più possibile alle sue esigenze, a ciò di cui in quel momento ha bisogno.

Si può ipotizzare che gli utenti, non avendo una rappresentazione completa dell'insieme delle informazioni che li porterebbe ad ottimizzare la ricerca, semplifichino il processo, arrivando all'ottimo locale. Avendo delle risorse limitate, per esempio lo sforzo dato dalla quantità di tempo e di energie che un compito richiede, risulta essere fondamentale adattare quest'ultimo per giungere ad un risultato che sia, se non ottimo, soddisfacente.

Attraverso un'indagine di tipo qualitativo, nella quale si sono osservati 31 partecipanti volontari (di cui 16 di prova) mentre effettuavano varie ricerche on-line, si è verificato se gli utenti, dopo una prima informazione soddisfacente, effettuavano altre ricerche o si fermavano e in quest'ultimo caso quanto fossero soddisfatti di ciò che avevano trovato.

Figura 2 - Tabella con i risultati della ricerca
Tabella

I partecipanti che, soddisfatti da una prima informazione trovata, proseguono per avere delle alternative di scelta o per confermare ciò che hanno trovato sono solo 3 su 15. Non avendo una rappresentazione completa delle informazioni che consentirebbe di ottimizzare la ricerca (cognitivamente è molto dispendioso acquisirla) i navigatori semplificano il processo di ricerca, arrivando a ciò che possiamo definire ottimo locale. Per esempio, nella prima ricerca, la maggior parte dei partecipanti (9 su 15) giunti alla prima informazione soddisfacente, affermano di ritenersi molto soddisfatti.

I partecipanti si accontentano quindi di ottenere delle prestazioni soddisfacenti, limitati dall'aumento delle risorse cognitive che dovrebbero impiegare per tentare di arrivare all'ottimizzazione.

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