Siamo ad una importante svolta: lavorare come dipendente di una società o come lavoratore autonomo? Mi sono trovato a lungo in entrambe le situazioni, anche come titolare di una piccola impresa. Dalle mie esperienze e da quelle dei
tanti colleghi coi quali giornalmente lavoro, vorrei trarre varie considerazioni per aiutarti nella tua scelta.
Premetto che l’articolo non vuole in nessun modo affermare che sia più giusto il primo o il secondo modo. Vorrei solo esporti le differenze principali in modo che tu possa fare con qualche dato una scelta che in ogni caso è
assolutamente personale.
La sicurezza del lavoro
Non potevo iniziare che con questo aspetto: la sicurezza del lavoro. Moltissime volte mi sono trovato in mezzo a discussioni sull’importanza della sicurezza del lavoro, anche a costo di qualche svantaggio, con i detrattori che evidenziano come questa sicurezza di fatto non esista più.
È evidente che chi lavora come dipendente ogni 27 del mese riceverà uno stipendio, indipendentemente dal fatto che l’azienda vada bene o male (almeno sino a che dura). Questo però non deve dare l’illusione della sicurezza. Sono passati gli anni del posto fisso sino alla pensione. Ormai tutti dobbiamo abituarci all’idea di cambiare lavoro ogni cinque anni (per altro, professionalmente è una cosa positiva).
Vi sono tanti motivi per i quali la sicurezza è solo apparente. Indipendentemente dal fatto che l’azienda vada bene o male, basta l’acquisizione dell’impresa da parte di un’altra, per provocare grandi riorganizzazioni spesso con notevoli esuberi.
Le attività orientate al web, inoltre, per la relativa gioventù delle stesse, per il forte dinamismo del settore e per la continua entrata ed uscita di aziende sul canale, sono per loro natura più instabili, indipendentemente dal tipo di rapporto che si ha con l’azienda.
Lavorare come autonomo, se fatto nel modo corretto, può presentare delle difficoltà sul piano della sicurezza, ma consente una forte coscienza dello stato, permettendo di avere sempre il polso reale della situazione. La sicurezza del lavoro non dipende più dall’azienda, ma da quanto il lavoratore stesso fa nel quotidiano. Una buona fiducia in se stessi aiuta sicuramente chi decide di intraprendere un’attività come lavoratore autonomo.
Orari e vincoli
Lavorare come dipendente significa avere degli orari. Non che il lavoratore autonomo non li abbia, solo che normalmente quest’ultimo si sente meno vincolato ad arrivare alle 8.30. Per il lavoratore autonomo, l’orario è un
impegno personale legato alla produttività. Conosco persone che hanno scelto il rapporto non dipendente solo per questo fattore. Alcuni, infatti, sono decisamente insofferenti agli orari obbligati. D’altro canto, lavorare come dipendente consente, in situazioni normali, di avere una vita lavorativa più distaccata da quella privata. Questo non è sempre vero, però. Conosco dipendenti che restano in ufficio tutti i giorni sino alle venti e spesso senza neanche percepire gli straordinari. In questi casi, sarebbe sicuramente più conveniente lavorare come consulenti.
Il dipendente, inoltre, ha una serie di vincoli quali la necessità di chiedere un permesso o le ferie. Un lavoratore autonomo, salvo casi eccezionali, un giorno di ferie lo prende quando vuole. Lo svantaggio è che ad agosto, se è in ferie, non percepisce emolumenti. Se durante l’anno non ha accantonato, saranno problemi.
La ricerca di nuove attività
Chi svolge un mestiere legato al web deve produrre e contemporaneamente cercarsi il prossimo lavoro. Ad esempio, un progettista di siti, intanto che ne progetta uno, deve pensare a trovare quello successivo, salvo che non lavori come autonomo per un’azienda che provvede a fornirgli continuamente nuovi lavori.
Il lavoratore autonomo, in sostanza, ha la necessità d’essere sempre un po’ commerciale di se stesso. Se questa cosa non è gradita o si pensa di non esserne capace, vi sono due possibilità: lavorare come
dipendente, lavorare come autonomo per un’azienda che fornisce continuamente nuovi lavori (ma un bel giorno potrà smettere).
Formazione ed aggiornamenti
Un aspetto da considerare è la continua necessità di formazione e di aggiornamento del lavoratore per il web. Lavorare come dipendente consente, in situazioni normali, di essere inseriti in piani annuali di formazione. Alcune
aziende formano di più, altre meno, ma tutte garantiscono un minimo. Ovviamente occorre sempre trattare col capo per avere ciò che si desidera.
Il lavoratore autonomo ha il vantaggio di poter pianificare la propria formazione, secondo le proprie necessità e desideri. Lo svantaggio è che ne sostiene tutti i costi! Spesso finisce, quindi, a seguire qualche seminario gratuito
e poco altro. Per fortuna oggi esistono i forum, che spesso possono sostituire corsi e libri.
Decidendo di lavorare in autonomia, occorre prevedere tra le spese annuali, una quota destinata alla propria formazione. Ciò consente di avere un quadro più completo ed evitare di restare indietro rispetto alle evoluzioni di
metodi e strumenti.
Le relazioni personali
Lavorare come dipendente significa essere inserito in un ufficio ed avere garantito un minimo di relazioni personali con i colleghi. Questo può essere uno svantaggio o un vantaggio, a seconda dell’azienda e della professione.
Se si svolge un ruolo che porta ad essere spesso fuori dall’ufficio, si avrà modo di incontrare molte persone e realtà. Per chi ha un carattere molto estroverso, invece, l’attività da scrivania in una piccola azienda può essere una sorta di gabbia.
Il lavoratore autonomo, d’altra parte, corre il rischio di fare tutto da casa e non frequentare mai nessuno, salvo la persona a cui consegna quanto prodotto. Ovviamente molto dipende dal lavoro che fa e da come ha organizzato la propria attività. La scelta di avere un piccolo ufficio, per esempio, se da un lato aumenta i costi, dall’altro fornisce la motivazione per uscire di casa e restare inserito in un network, se pur minimo.
Attrezzature e programmi
Un aspetto importante. Il lavoratore autonomo deve comprare tutte le attrezzature necessarie ed i programmi che userà. Il lavoratore dipendente ritiene scontata la presenza dei tool a cui è abituato (Office, Dreamweaver, MS-Project, ecc. ecc). Per un consulente, invece, si tratta di spese da sostenere. L’aspetto non è trascurabile.
In un business plan iniziale, tali costi devono essere sicuramente contemplati, come quelli annuali di aggiornamento dei contratti di manutenzione. Pensiamo ad un buon personal firewall per chi resta molto online, ad un antivirus, ai normali programmi da ufficio (word processor, foglio elettronico, database), ai tool specifici della propria attività.
L’alternativa potrebbe essere un sistema Linux con programmi Freeware o Shareware, considerando, però, che la forte riduzione dei costi ha come rovescio una maggiore difficoltà nella ricerca di assistenza per chi non è del mestiere e che l’approntamento di una macchina da ufficio Linux che sostituisca totalmente la corrispondente Windows non è cosa semplicissima e velocissima.
Conclusione
Ho voluto, con questo articolo, dare qualche spunto di riflessione. Se ti trovi vicino a questo bivio, ti consiglio di parlarne con calma con amici e conoscenti che stiano da una parte della barricata e dall’altra. La decisione non è semplice e sicuramente influisce su un pezzo della tua vita. Vale la pena di ponderarla con calma.