Ci accingiamo a scrivere qualcosa (come quest’articolo, ad esempio) e, foglio bianco davanti, ci chiediamo cosa trasferire dalla penna alla carta. Non basta. Che stile dovremo usare? Formale? Scherzoso? Prima persona o forma impersonale? Uno scritto non è apprezzato solo per il suo contenuto e significato, ma anche per la sua forma, la semplice leggibilità e la gradevolezza della lettura.
Lo stile non può essere improvvisato
È sempre più evidente che le persone non amano leggere e su web questo è ancora più vero che nel mondo reale. Pagine eccessivamente lunghe, testi squadrati e senza pause e documenti senza immagini non hanno alcuna speranza d’essere letti dall’inizio alla fine da una alta percentuale di visitatori.
Lo stile dello scritto, quindi, è fondamentale per non rischiare di rendere poco gradito un contenuto di per se interessante. Scegliere la forma più indicata è uno degli step iniziali nel processo di creazione di un documento, libro o sito.
Come si decide? A sensazione, potrebbero dire alcuni, seguendo l’estro del momento e lasciando scorrere l’inchiostro così come viene. …ehm, ehm, questo può essere vero per un grande scrittore, ma noi che grandi scrittori non siamo, dobbiamo attrezzarci diversamente.
Uno studio preciso può aiutarci a prendere alcune decisioni. Ogni stile ha vantaggi e svantaggi che dobbiamo conoscere. Quando saremo in grado di adattarci alle diverse situazioni, potremo anche decidere di contravvenire a qualche regola. All’inizio è preferibile seguire le indicazioni che ci sono arrivate da chi studia da anni questi processi.
Chi è il lettore
È la prima domanda. Un testo deve essere scritto in modo da essere letto non da noi, ma dal nostro lettore. Dobbiamo, quindi, chiederci chi è, quanti anni ha, cosa gli piace, come arriva al testo e perché lo vuol leggere.
Sapere chi è il destinatario del documento e capirlo ci mette in grado di optare per alcune forme piuttosto che altre. Qualche esempio, tanto per non restare nel vago.
Se il lettore è giovane (mentalmente, non solo cronologicamente), qualche faccetta trasferirà più facilmente alcune sensazioni. Una parolaccia la metteremo senza virgolette e qualche espressione forte non farà saltare dalla sedia nessuno.
Andando avanti con la maturità è possibile che aumenti la percentuale di chi non gradisce forme forti di comunicazione. Le faccette potrebbero non significare nulla e le parole con la K essere totalmente incomprensibili.
Esistono anche altre demarcazioni in base alla professione del lettore, al suo ceto sociale, alla sua fede religiosa e così per molti altri aspetti.
Il tema della comunicazione
Se dobbiamo scrivere sul software gestionale (scusate, difetto professionale) non potremo scrivere come se stessimo componendo una poesia per la nostra fidanzata. Si tratta di due casi limite che ci consentono di capire che il tema è fondamentale nella decisione della forma dello scritto.
Fermiamoci un momento a riflettere sul tema, quindi. Questo ci aiuta, per altro, ad identificare il tipo di lettore. Non ci sono molte considerazioni da fare: stabilito l’argomento, il buon senso ci aiuterà.
Non facciamoci ingannare da articoli che illustrano scherzosamente temi serissimi. E’ una cosa difficilissima da fare e servono grande equilibrio, esperienza e capacità d’analisi psicologica. Asteniamoci finché non riteniamo d’avere queste caratteristiche.
Velocità di lettura e pause
Poche frasi collegate tra loro che esauriscono in un sol fiato tutto il concetto o un continuo susseguirsi di frasi, pause, frasi, pause ed ancora frasi ed ancora pause? La scelta del ritmo ed il riuscire a dare i giusto dinamismo al testo è capacità dei grandi scrittori. Proviamoci, comunque.
Per la pausa basta una riga vuota. Quando? Quando un concetto si è esaurito. Possiamo anche decidere di forzarne una per rendere più chiaro un passaggio.
Tutto d’un fiato, invece, il racconto di un’emozione. Non spezziamo una sensazione. Una pausa tra una sensazione e l’altra, ma mai in mezzo. Se stiamo raccontando un fatto, non roviniamo lo scorrimento dell’azione.
Se fossimo veramente bravi, potremmo tentare una pausa in mezzo ad una sensazione, come per volercela godere maggiormente e farla durare di più. Difficilissimo! Il più delle volte si rompe il momento magico e null’altro.
“…decisi che era arrivato il momento di abbandonare a se stessa quella crudele e mostruosa creatura che mi faceva soffrire con i suoi continui attacchi."“…decisi che era arrivato il momento di abbandonarla. Non volevo più al mio fianco quella mostruosa creatura che mi faceva soffrire con i suoi continui attacchi." Vi sembra uguale? La seconda è più fredda, distaccata. Prendo una decisione e la motivo. La prima è un’azione descritta di getto, nel bel mezzo dell’emozione che la provoca.
Un tono scherzoso
Il modo più divertente di scrivere e, quasi sempre, quello che riesce più difficile e fa scadere nel banale testi interessanti per il contenuto. Eccessiva discorsività, forme scorrette, banalizzazione di concetti importanti e così via.
Quando possiamo optare per una forma scherzosa? Semplice… quando non scriviamo di cose serie o quando siamo convinti di essere così bravi da poter affrontare scherzando un tema serissimo. Ovviamente dobbiamo essere sicuri che la nostra ironia sarà compresa e, quindi, ancora una volta è importante che conosciamo chi ci leggerà. Attenzione, inoltre, a non sconfinare nella satira… per quella, ci vuol ben altro che un paio di articoli illustrativi di Fradefra.
Scritto formale ed impersonale
Se trattiamo un tema aziendale, se stiamo scrivendo una relazione, se la pagina su web è quella che descrive un prodotto software per la gestione degli hotel, è da ritenersi che uno stile formale ed impersonale sia quello preferibile. Avventurarsi in questi temi con forme scherzose è come entrare in un campo minato senza il detector. Auguri!
Scrittura in prima persona
Quando scrivo in prima persona? Ovviamente se sto raccontando, se voglio rendere evidente che sto parlando di una mia esperienza ed in generale quando è noto che chi scrive è una persona e non un’organizzazione, azienda o ente.
Può capitare che si scriva di persona per conto di un’organizzazione ed in questo caso andrà deciso come comportarsi. Mi è capitato spesso di chiedere esplicitamente al responsabile dei contenuti qual’era la sua preferenza. L’indicazione, infatti, dovrebbe arrivare dal committente, visto che si tratta anche di estetica dello scritto.
E se scrivo per il mio sito? Allora decido io. In che modo? Scrivo in prima persona tutte le volte che sono esposto in prima persona. Scrivo con una forma impersonale se la comunicazione non arriva da me, ma dall’organizzazione che genericamente sta dietro alle quinte.
Ci rivolgiamo ad un lettore o ad una platea?
Rivolgersi direttamente al lettore può dare una sensazione di attenzione e confidenza che in questi anni pare preferita. I testi rivolti a nessuno o a tutti sono considerati fuori moda. Naturalmente ancora una volta contano i temi trattati.
Normalmente il rivolgersi ad una generica platea da allo scritto una forma ritenuta più professionale. Per quanto mi riguarda, tendo a privilegiare un rapporto uno ad uno e da vari anni preferisco scrivere in prima persona rivolto ad una persona (chi legge). Opinione, ovviamente. L’importante è riflettere sulla cosa e fare la propria scelta, attenendosi per tutto il testo.
Il banditore
Personaggio decisamente fuori moda. Riempie gli scritti di slogan commerciali (più o meno espliciti) e usa il maiuscolo per attirare l’attenzione sulle cose che gli interessano, facendo credere che siano importanti.
Può essere divertente, qualche volta, adottare ironicamente questo stile, ma attenti al fatto che qualcuno non accorgendosi dell’ironia, vi scambi realmente per un banditore.
Lo stile pensando ai motori di ricerca
Non è il caso di entrare nel merito. Nella sezione sui motori di ricerca il tema è stato affrontato sotto vari aspetti e la lettura degli articoli contenuti potrà dare tutti i chiarimenti necessari per ottimizzare un testo destinato ad essere facilmente individuato sul web.
Conclusione
Potreste fare un utile esercizio, se i contenuti vi sono piaciuti. Esaminate quest’articolo e tentate di ricavarne le scelte di stile fatte. Buon divertimento.