Questa è la traduzione dell'articolo In Defense of Readers di Mandy Brown pubblicato originariamente su A List Apart il 17 Febbraio 2009. La traduzione viene qui presentata con il consenso dell'editore e dell'autore.
I migliori lettori sono ostinati. Possiedono una capacità di resistenza quasi inesauribile che li porta a leggere a prescindere dalle circostanze in cui si trovano. Ho visto un lettore assorbito nella lettura del Don Chichotte mentre era seduto in un bar rumoroso; ho visto gente a New York che cammina tenendo un libro in mano e leggendo; di recente mi è capitato di vedere persone divorare libri sul loro iPhone (incluso un tipo che mi ha confessato di aver letto l'intera trilogia del Signore degli anelli scrollando tutte le pagine con il pollice). E milioni di noi leggono quotidiani, riviste e blog sugli schermi, ogni giorno, nonostante tutte le dichiarazioni secondo cui oggi non legge più nessuno.
Quello che tutte queste categorie di lettori hanno in comune è l'abilità di riuscire a creare solitudine intorno a loro anche in circostanze che sembrerebbero impedirlo. La lettura è un'esperienza solitaria, ma nel corso dei secoli i lettori hanno imparato come coltivare quella solitudine, come accrescerla negli ambienti meno inospitali. Un lettore esperto può letteralmente perdersi in un buon testo anche mentre intorno c'è la guerra, una cosa che equivale a coltivare orchidee nel deserto.
A dispetto dell'ubiquità della lettura sul web, però, i lettori rimangono un pubblico negletto il più delle volte. La maggior parte dei nostri discorsi intorno al web design gira quasi sempre intorno ad un senso di movimento: si pensa che gli utenti cerchino, trovino, guardino. Misuriamo quanto frequentemente cliccano ma non quanto a lungo stanno su una pagina. Ci preoccupiamo dei loro spostamenti e della loro partecipazione, di come si muovono da una pagina all'altra, con chi parlano quando arrivano lì, ma ci dimentichiamo spesso i bisogni di quelli che hanno come unico obiettivo quello di rimanere lì, fermi. I lettori crescono quando hanno spazio, una minima distanza dalle chiacchiere della folla, e come web designer possiamo ancora fare molto per aiutarli a trovarlo un po' di spazio in più:
È pressoché impossibile guardare e leggere nello stesso tempo: sono azioni diverse.
Gerard Unger, While You're Reading
Pensate al vostro primo incontro con un libro. Guardate la copertina per sentire com'è, poi forse iniziate a dare un'occhiata al risvolto di copertina per leggere le note dell'editore. Aprendo il libro potreste dare un rapido sguardo al titolo o all'indice. Forse arrivate alle ultime pagine per contare quante sono in tutto. Oppure vi ritrovate casualmente a valutare quanto pesa quel libro.
La maggior parte dei lettori mette in atto almeno uno e spesso molti di questi comportamenti, il rituale della pre-lettura è parte della cultura del libro. Nello stesso tempo, questi gesti svolgono una funzione importante, perché facilitano la transizione dal guardare al leggere. Aiutano il lettore a stabilire un interesse, servono come invito e stimolo alla lettura, preparano il campo al gesto che segue.
Comportamenti simili si ritrovano sul web. Quando arrivate alla pagina che contiene un articolo, è probabile che diate un'occhiata al logo per capire dove siete, osservate la navigazione per vedere cos'altro potete trovare sul sito. Quasi certamente osservate il titolo dell'articolo, o la foto e illustrazioni che lo accompagnano. Se c'è una citazione o un sommario, probabilmente li leggete, proprio come si leggono il risvolto di copertina o il retro di in libro. Magari leggete il primo paragrafo, ascoltando per vedere la voce del testo risuona dentro di voi. Se ad un certo punto durante queste attività di pre-lettura concludete che l'articolo non fa per voi, abbandonate la pagina e andate da qualche altra parte. Ma se c'è qualcosa che vi interessa, è probabile che rimaniate lì.
Tutto ciò può accadere nel giro di pochi secondi, ma questi secondi sono la sola preparazione che mette in atto un lettore, l'unica assistenza per passare dal guardare al leggere, dal dare uno sguardo rapido al concentrarsi nella lettura del testo. È durante questi secondi che un lettore decide di fissare la sua attenzione sul testo e di iniziare a leggere, un impegno non piccolo su un medium che prende il suo nome dal gesto frettoloso del curiosare (browsing).
Ci sono molti lettori che si impegneranno nella lettura anche se il design della pagina non facilita questa operazione, ma come designer abbiamo a disposizione molti modi per assistere i lettori nella transizione dal guardare al leggere.
Considerate tutti gli elementi che accompagnano un articolo e organizzate quelli che sono i più utili per coinvolgere l'interesse all'inizio. Sommari e citazioni di parti del testo rilevanti, così come le illustrazioni, consentono al lettore di capire rapidamente l'argomento dell'articolo. Categorie e link verso contenuti correlati forniscono informazioni di contesto. Il nome di chi l'ha scritto ci informa sull'autore. Tutti questi elementi, combinati, creano una specie di porta di ingresso nel terreno della lettura.
È probabile che il primo paragrafo (o i primi, dipende dalla lunghezza del testo) venga letto diversamente da quelli che seguono. Spesso leggiamo più lentamente all'inizio di un testo, mentre familiarizziamo con la voce dell'autore e decidiamo se vogliamo continuare. Segnali tipografici come le iniziali in maiuscolo o l'impostazione del primo paragrafo con un testo più grande o con un font diverso possono stimolare questo comportamento e rendere più agevole il passaggio alla lettura più confortevole. In un certo senso il primo paragrafo deve parlare con un tono di voce più alto di quelli che seguono per coinvolgere il lettore.
Ora lasciatemi solo
Una volta che il lettore abbia creato solitudine intorno a sé, diviene quasi impenetrabile. Un lettore che è preso dalla lettura potrebbe persino non sentire il suo nome se viene chiamato. Chiamatelo di nuovo, tuttavia, e si volterà, magari un po' seccato. Il punto fondamentale, qui, non consiste nel fermare tutte le attività che si svolgono intorno a lui, ma dargli lo spazio che gli serve.
In pratica, ciò significa che dovete limitare al minimo le distrazioni. Le citazioni di parti del testo, così efficaci in cima all'articolo, diventano una scocciatura se messe oltre; molti lettori si ritroveranno a seguirle inconsciamente, anche se vogliono in realtà concentrarsi sul testo. L'attenzione ai dettagli tipografici di base (lunghezza delle righe, un carattere leggibile, il giusto bilanciamento tra la dimensione del testo e l'altezza di riga, un contrasto appropriato tra il testo e lo sfondo) possono fare la differenza tra un lettore che continua fino alla fine dell'articolo e uno che abbandona.
Lo spazio bianco, poi, più che un elemento superfluo è un prerequisito. Ogni pixel di spazio bianco intorno al testo può aiutare il lettore a rimanere concentrato. Gli occhi di chi legge devono ripetutamente trovare il margine esterno di un blocco di testo; una barra laterale che sia troppo vicina al testo (o che sia di un colore più scuro o più chiaro) sarà in conflitto con il testo stesso e con la concentrazione del lettore ad ogni riga. Anche un piccolo aumento del padding tra il testo e la barra laterale (specie se la barra include del testo) può rendere la pagina più confortevole e rafforzare il senso di solitudine che il lettore cerca.
È anche importante considerare la cronologia dell'esperienza di lettura. La transizione iniziale dal guardare al leggere è seguita da un periodo intenso in cui il lettore è perso nel testo. Alla fine del pezzo, tuttavia, il lettore è come se riprendesse a respirare ed è probabile che torni a curiosare qua e là. Il design della pagina dovrebbe rispettare queste tre fasi distinte: la prima stimolando e invitando; la seconda creando solitudine intorno al lettore; la terza fornendo delle tracce per continuare a mantenere vivo l'interesse.
Molti siti spargono informazioni sui contenuti correlati intorno all'articolo invece di concentrarle all'inizio o alla fine, dove è più utile che stiano e dove è meno probabile che rappresentino una distrazione. Se volete che i vostri utenti si limitino a dare una scorsa rapida alla pagina, allora riempite la barra laterale con contenuti di ogni sorta. Ma se volete che leggano, se la pagina è stata scritta e non riempita con delle lettere, se il testo presenta una prosa curata invece che semplici punti elenco, allora rispettate la fase di lettura e spostate quel contenuto altrove. La parte centrale di un articolo dovrebbe riflettere la condizione di solitudine del lettore con un design che non interrompe il testo o la lettura.
Ci sono, è ovvio, lettori che ignorano lo schermo, quelli che stampano lunghi articoli o comprano riviste e libri stampati. Spesso attribuiamo la loro resistenza a quegli elementi su cui non abbiamo controllo: la scomodità della posizione di lettura sullo schermo di un PC (rispetto alla lettura comodamente distesi di un libro); la quasi impossibilità di produrre schermi che siano confortevoli come la carta; la scarsità di attenzione insita in un'attività come il browsing sul web, etc. Ma ci sono in realtà in gioco altri fattori, e noi siamo in grado di esercitare su di essi un grande controllo: sia che il design della pagina vada incontro all'esercizio della lettura, sia che sia concepito solo per guardare, cercare, dare un rapido sguardo e via.
Come designer, l'unico modo che abbiamo per assicurarci che la pagina renda agevole la lettura è quello di leggerla anche noi; per abbandonare quella sensibilità al design che è incline a guardare il testo e prenderci il tempo di leggere veramente. Non è un compito facile, non lo è nemmeno la lettura sul web. Fare lo sforzo può comunque aiutarvi a mettervi nei panni del lettore. Il web è ancora un posto rumoroso, affollato, ma è anche senza limiti, per cui possiamo sicuramente trovare spazio per leggere. Uno spazio dove il testo parla al lettore e il lettore non deve fare sforzi per sentire.