Mi occupo di usabilità del software (prima ancora che dei siti web) da
molti anni ed ho imparato che se questa è importante, è altrettanto
importante non farne un obiettivo centrale senza considerare gli altri aspetti
legati ai progetti.
Sviluppare un sito con alte caratteristiche d’usabilità può
nascondere dei rischi la cui conoscenza deve servire non a rinunciare, ma a
far meglio. Rischi? Che rischi possono esserci nella realizzazione di un sito
usabile? Parliamone…
Eccessivo impegno economico
Sui forum che frequento, spesso leggo accese discussioni sul fatto che un
sito usabile costa come un sito non usabile. Vero o falso? Dipende. Fare un
sito usabile può costare tanto quanto farlo non usabile, ma si tratta
dello stesso sito?
Cosa intendiamo per usabilità? Se pensiamo all’usabilità in
senso generale e comprendiamo in ciò il fatto (come dovrebbe essere) che
il sito sia navigabile anche da un non vendente, ecco che è impossibile
pensare che i costi di sviluppo siano gli stessi.
Voler fare un sito usabile può implicare la necessità di un
budget superiore a quello disponibile. Ovviamente si tratta di una possibilità,
non è detto che debba accadere. Rendere usabile un sito quando questo
è stato già sviluppato, per esempio, incide sicuramente in termini
economici. A quel punto, probabilmente, conviene lasciare il sito così
com’è.
Un progettista, in sostanza, deve sapere che l’usabilità ha un costo.
Il costo dell’usabilità può essere zero per certe categorie
di siti, ma non lo è obbligatoriamente. Occorre porsi il problema e darsi
la risposta caso per caso.
L’usabilità non prevista dalle fasi progettuali
Un progettista realizza col suo team il disegno generale del sito e lo presenta
al cliente. I grafici hanno realizzato dei bozzetti su carta (o una grossa gif
d’esempio), sono state preparate varie schermate (sempre simulate su carta)
e vari formati di pagina. Il cliente s’innamora e decide che quello sarà
il suo sito.
La decisione presa solo a questo punto che il sito abbia caratteristiche d’alta
usabilità, potrebbe scontrarsi con l’impostazione generale che invece
non la prevedeva. Il cliente ormai ha firmato… ed ecco che gli sviluppatori
s’inventano mille stratagemmi per rendere usabili ciò che progettualmente
non lo era.
Il rischio è di lavorare molto di più (e si rientra nei danni
economici di cui vi scrivo nel capito precedente) o di realizzare qualcosa che
è usabile per alcuni aspetti e non può esserlo per altri. Abbiamo
speso di più, senza avere una vera usabilità. Altro rischio che
a questo punto si aggiunge: il cliente è insoddisfatto per questa via
di mezzo.
Focus sugli aspetti tecnici della usability
Usabilità non vuol dire solo compatibilità del sito con un alto
numero di browser, piattaforme e sistemi operativi.
Quando parliamo d’usabilità dobbiamo ricordare che sono coinvolte
tutte le sfere del visitatore: quella psicologica legata alle forme di comunicazione,
l’interpretabilità delle icone, la difficoltà visiva di certi
accoppiamenti di colore, i messaggi sublimali di certi accostamenti, la diversa
configurabilità di schermi e browser, ecc. ecc.
Il rischio è sviluppare un sito ben funzionante con tutte le versioni di
browser su tutte le versioni di sistema operativo, ma con icone che non consentono
di capire quali funzioni sottostanno all’impiego dei relativi tasti e con
descrizioni che spiegano tutto in modo chiaro se si è navigatori esperti,
ma sono incomprensibili per l’utenza media.
E non mi si venga a dire che il visitatore deve essere “educato".
Se vogliamo che il nostro sito sia navigato, siamo noi i responsabili del fatto
che ciò sia possibile per tutte le fasce d’utenza.
La mancanza di un metodo generale di sviluppo
L’usabilità non s’improvvisa. Un team di sviluppo non può
aver ignorato i concetti per anni e sviluppare un sito usabile partendo da zero.
Realizzare siti usabili è un obiettivo che coinvolge tutti i processi
di produzione, dalla scrittura dell’offerta al progetto grafico, dal disegno
dell’architettura alla realizzazione dei testi, dallo sviluppo delle pagine
alla realizzazione delle icone dei pulsanti. Un’azienda che normalmente
produca siti ad alta usabilità ha strutture, metodi e strumenti in linea
con ciò.
Il rischio di voler sviluppare un sito usabile quando questo non è tra
le proprie abitudini è che non si colgano i reali requisiti, che tutti
processi siano più costosi e che alla fine non si produca vera usabilità,
ma solo un surrogato che poi non soddisfa nessuno.
Potrete dire che ogni caso deve esserci una prima volta. Rispondo dicendo sì,
ma solo se sappiamo che alla prima volta ne seguiranno altre. Diversamente il
gioco non vale la candela ed è più corretto girare il lavoro ad
una società specializzata e “beccarsi" le provvigioni.
La mancata definizione del visitatore target
Usabile per chi? Una semplice domanda che spesso non è fatta prima
di iniziare il lavoro.
Gli schemi mentali di un navigatore di 15 anni sono molto diversi da quelli di
un signore di 48. Pensare di fare un sito realmente usabile per due fasce di visitatori
così diverse comporta il rischio di produrre qualcosa che non sarà
veramente usabile per nessuna delle due.
Meglio accettare un’usabilità più bassa se pensata al visitatore
anonimo, ma più alta pensando al visitatore che si crede il sito avrà
(o speriamo che abbia).
Altro rischio, e ricadiamo nel primo citato: voler fare un sito usabile per il
cento per cento dei possibili navigatori ci costa molto di più del volerlo
fare per quella fascia del 20% che rappresenta il mio “pubblico".
Ed il cliente, magari, non accetta il preventivo.
Ancora: fare un sito usabile per tutti i possibili visitatori ci porta ad esaurire
il numero di giornate disponibili senza aver completato il progetto. A questo
punto, tutto è in rincorsa ed alcune parti sono malfunzionanti, scritte
male, ecc. ecc. Ne valeva la pena?
La realizzazione di un sito diverso da quello commissionato
Il cliente fissa le specifiche (o noi le abbiamo fissate e lui le ha approvate)
ed il team di sviluppo inizia il lavoro d’implementazione. Varie cose
fissate dal progetto non hanno caratteristica d’usabilità e si
effettuano delle modifiche (sia grafiche, sia di codice).
Otteniamo uno splendido sito che, in più, è usabile. Ognuna
delle nostre piccole modifiche ha una sua spiegazione che ci convince pienamente.
Peccato che questo sito al cliente non piace! Che facciamo?
Capita più spesso di quanto non si creda. Se a progetto avviato riteniamo
che l’usabilità di quanto prodotto non sarà alta, non possiamo
semplicemente correggere. Occorre discutere col cliente il quale deve accettare
ed autorizzare. Ricordiamo, infatti, che i siti non li sviluppiamo per noi,
ma per chi ce li paga.
La mancanza di un collaudo dell’usabilità
Ultimo, per ora, spinoso problema. Chi avrà l’incarico di dire che
il sito è veramente usabile?
Spesso ho visto sessioni di prove in cui qualcuno verificava se il sito era realmente
usabile o no. Peccato che spesso questo qualcuno era un nostro collega sviluppatore
di un altro team o la segretaria della nostra società
Il rischio, in tali situazioni, è dato dal progressivo appiattimento
delle abitudini dei colleghi i quali, lavorando assieme, dopo un po’ ragionano
allo stesso modo, si muovono allo stesso modo ed hanno gli stessi assunti mentali.
Il collaudo deve, invece, essere fatto da qualcuno che non ha nulla a che fare
con noi, che non conosciamo e che non abbiamo mai usato per fare collaudo. In
sostanza, il team di collaudo deve essere composto da persone esterne, cambiate
ogni volta. Il rischio, altrimenti, è che il sito sia usabile, ma solo
perché lo testiamo con la stessa testa di chi lo progetta, anche se indirettamente.
Conclusione
Mi ripeto. Con quanto ho scritto non ho voluto dire che l’usabilità
ha dei rischi, quindi non curiamola. Viceversa, è importante cogliere tutti
gli aspetti per poterla implementare nel migliore dei modi e col migliore dei
risultati.