Che non tutti hanno ancora imparato le regola d'oro dell'usabilità è dimostrato dal grande interesse che ha riscosso il nuovo libro di Jacob Nielsen: Prioritizing Web Usability, recentemente presentato anche con un interessante post sul blog di HTML.it.
Sono ancora molti gli elementi che impediscono l'usabilità di un sito ed alcuni di questi risultano anche inopportuni per una rilassante fruizione visiva: banner lampeggianti, proliferazione di finestre, colori sgargianti, elementi javascript che non funzionano e bloccano la navigazione del sito.
Analizzeremo di seguito alcuni di questi elementi, il perché siano così fastidiosi e le possibili motivazioni che spingono ad adottarli ugualmente.
La tentazione pubblicitaria
Il cliente che vuole spingere la vendita di un prodotto nel mondo reale quotidiano compra spazi pubblicitari sempre più grandi, collocati in punti strategici, con la speranza che i suoi possibili clienti lo notino meglio e corrano ad acquistare il suo prodotto.
Sul web non funziona diversamente. "Se non può essere grande almeno che sia lampeggiante". Non potendo occupare con spazi pubblicitari più di un certo numero materiale di pixel in una schermata chiedono e richiedono all'esasperazione che l'elemento attiri l'attenzione, catturi l'occhio vagante con l'ammiccamento telematico. Il banner lampeggiante sembra fare l'occhiolino all'utente.
Peccato però che un cartellone pubblicitario è efficace se viene posto ad una certa distanza da un altro. Lo stesso vale per i banner. Tanti elementi che lampeggiano sincroni o asincroni in una pagina web non creano altro che confusione.
L'utente del web inoltre ormai è assuefatto a questi elementi di disturbo e la sua mente semplicemente li "cancella". Avverte il disturbo ma non l'informazione in esso contenuta. Si tratta di ciò che Nielsen definisce "attenzione selettiva". In pratica semplicemente qualsiasi elemento lampeggiante viene ignorato.
Le ripercussioni sono evidenti. Dal punto di vista di un elemento pubblicitario ha fallito perché invece di attrarre infastidisce. Da un punto di vista informativo i contenuti non vengono trasferiti al target.
Ancora più grave è il caso di veri e propri contenuti informativi presentati come banner. Niente di peggio che informare gli utenti della data o dell'orario ad esempio di un concerto inserendo l'informazione in un riquadro lampeggiante. Benché si tratti di un legittimo elemento di design per sua stessa natura verrà ignorato.
Recentemente il sito del quotidiano nazionale La Repubblica, che soffriva di un problema di sovraffollamento banner, ha ristrutturato il portale diminuendo sensibilmente il numero di elementi lampeggianti.
Permangono ancora troppi banner lampeggianti nel portale di un altro noto quotidiano nazionale, Il Corriere della Sera, come si può notare nell'immagine di seguito dove ho numerato gli oggetti che usano animazione di varia natura.
Quando testo e sfondo lottano per la supremazia
Tratterò poco questo aspetto perché se né è già molto parlato in tantissimi articoli sull'usabilità e la comunicazione web, tuttavia va ribadito: i colori del testo e dello sfondo di una pagina web devono essere scelti in funzione armonica l'uno dell'altro.
Poche le regole da seguire e che il semplice uso del buon senso, e dei propri occhi, può suggerire:
- sfondi basati su trasparenze, immagini o zone variegate di colore posti dietro il testo rendono quest'ultimo illeggibile.
- testo chiaro su sfondo scuro, benché sia meglio evitarlo, si può utilizzare purché il contenuto sia breve.
- colori sgargianti a tutta pagina sono comunque da evitare perché affaticano la vista così come siti troppo "cupi".
Inquinamento dello schermo
Immaginiamo il desktop del nostro pc come una scrivania ordinata su cui poggiamo dei documenti aperti, le pagine web. Se ogni volta che in un libro aperto scorrendo l'indice trovassimo un capitolo che ci interessa e ne staccassimo le pagine in pochi minuti la nostra scrivania sarebbe invasa da fogli senza più un nesso logico che le accomuna.
Questo è ciò che accade al nostro desktop quando un sito, invece che rimandare i link nella stessa finestra, azionando con un click il collegamento ne apre una nuova. Ciò che otteniamo è un sovraffollamento sullo schermo di finestre di cui alla fine non saremo più in grado di ricostruire il percorso. L'accorgimento di aprire un collegamento ipertestuale esterno al sito in una nuova finestra può essere utile all'utente perché separa nettamente e visivamente le due fonti informative.
Tuttavia se il link in questione conduce ad una pagina diversa dello stesso sito è fastidioso che questa prenda indipendentemente vita a sé e l'uso di questa metodologia è solo indice di una cattiva organizzazione, mappatura ed usabilità del sito.
Ciò che deve far pensare è l'accorgersi che un tale macroscopico errore è ben evidente su un sito di rilevanza nazionale qual è quello del Garante della Privacy.
Navigando il sito ci si accorge come la maggior parte dei link apra i contenuti in nuove finestre.
Il percorso che ho seguito io ad esempio segue il percorso homepage > quesiti più frequenti (nel menù di navigazione a sinistra).
Come si può vedere dall'immagine la pagina che si apre, correttamente nella stessa finestra, riporta quattro link.
Figura 2 - Una pagina del sito del Garante della Privacy
Se andiamo a cliccare ognuno di questi link ci accorgeremo di due interessanti problemi: non solo i contenuti vengono di volta in volta aperti in nuove finestre ma se continuiamo a ciccare sempre sugli stessi link ogni volta si aprirà una nuova finestra anche se questa è già aperta in background.
Il risultato è che anche solo cliccando due volte su i quattro link otterremo alla fine 9 finestre accumulate nella barra delle applicazioni sottostante.
Naturalmente non mancano le eccezioni come ad esempio l'apertura dei documenti pdf. È giusto e doveroso che il click di un link ad un file pdf non apra il documento nella stessa finestra perché, specialmente a seconda del peso in termini di byte del file, l'operazione potrebbe bloccare il browser per diversi secondi. Gli utenti, abituati ormai ad un caricamento veloce delle pagine web, potrebbero essere infastiditi dall'attesa ed ingenuamente ciccare sulla freccia "torna indietro" della barra di navigazione del browser, riuscendo solo a peggiorare la situazione.
Javascript bloccante
Questo grave problema è fortunatamente in via di definitiva risoluzione.
Recentemente non mi è più successo di navigare siti che contenessero javascript che potesse inibire la navigazione, se non in siti amatoriali. In passato codice mal realizzato per incuria o inesperienza produceva pagine che non erano compatibili alla visualizzazione con i vari browser. A volte le pagine invece contenevano oggetti javascript che azionavano loop infiniti di richiamo dell'oggetto e rendevano impossibile l'ulteriore navigazione del sito.
Il miglioramento su questo fronte si deve probabilmente al DOM (Document Object Model), il modello che ha permesso di standardizzare la visualizzazione di alcune chiamate javascript uniformandole per i vari browser e qui su HTML.IT ci sono già altri articoli più dettagliati sull'uso di questa piattaforma.
Conclusioni
Schematizziamo brevemente gli elementi di disturbo analizzati in quest'articolo:
- informazioni che somigliano a banner pubblicitari
- eccesso di banner pubblicitari
- uso errato della scelta cromatica testo/sfondo
- proliferazione di finestre
- javascript mal realizzati o che non seguono gli standard
Sembrano una lista breve, ed in effetti si tratta solo di una minima parte di gravi difetti da evitare, ma la semplice cura di questi pochi elementi può decisamente contribuire ad elevare la qualità di un sito rendendolo allo stesso tempo più gradevole e più fruibile per gli utenti.
Man mano grazie alla grande informazione fornita e diffusa dallo stesso mondo di Internet, i contributi della ricerca e gli articoli dei guru del web (o semplicemente di chi col web ci lavora ogni giorno e ne affronta le problematiche) gravissimi problemi di usabilità stanno ormai scomparendo. La lista degli alertbox pubblicati da Nielsen su useit.com è la dimostrazione dell'attenzione con cui si sta trattando il problema dell'usabilità e dei temi che hanno già, col tempo, trovato soluzione.