Da qualche settimana girano voci, peraltro
confermate,
dell'interessamento di Oracle, la nota azienda proprietaria e
produttrice del famoso database, a entrare nel mercato Linux
con una propria distribuzione. A dire il
vero il business di Oracle con
GNU/Linux risale al 1998 quando decise di rilasciare i suoi prodotti
anche per il nostro amato sistema operativo. Da questo rapporto
ovviamente ne hanno tratto vantaggio sia l'azienda californiana sia la
comunità del software libero: la prima ha potuto estendere
il proprio bacino commerciale, raggiungendo nel corso del tempo
importanti quote di mercato con GNU/Linux che attualmente ammontano a
circa il trenta per cento del proprio business.
Per quanto ovviamente
gli scopi di Oracle non possano di certo
definirsi umanitari,
è ovvio che la maggiore visibilità offerta e
l'opportunità di poter utilizzare quello che probabilmente
è il database più potente del mondo anche sui
server con GNU/Linux possano aver contribuito a dare alle aziende
un'immagine del sistema operativo del pinguino più
professionale. Oracle aveva già fatto parlare di
sé dopo
l'acquisto di Peoplesoft una delle aziende leader nella produzione di
HRMS (Human Resource Management) e CRM (Customer Relationship
Management) avvenuto nel gennaio del 2005 in maniera abbastanza
controversa a colpi di offerte al rialzo.
L'obiettivo evidentemente
è quello di ampliare la propria offerta, diversificandola.
Per quanto non credo che Oracle sia realmente preoccupata per
l'immediato dalla sensibile crescita di MySQL e PostgreSQL, il mettere
le mani anche in altri mercati, tra cui quello dei sistemi operativi,
assicuri a Oracle la certezza di restare una delle società
dominanti nel settore dell'informatica. L'ingresso nel mondo delle
distribuzioni Linux potrebbe addirittura avvenire con l'acquisizione di
Novell, che offrirebbe a Oracle una struttura commerciale (intesa come
partner e clienti), una serie di prodotti software e un'esperienza nel
mondo Unix che non è facile trovare altrove.
Già
altre volte si è parlato di società
più grandi e con più esperienza che decidendo
di
investire nel software libero, avevano acquisito
realtà
più piccole o creato le proprie distribuzioni. E quasi
sempre il mio giudizio è stato positivo. I vantaggi per
GNU/Linux e la comunità erano sempre chiari: una maggiore
visibilità prima di tutto, una esperienza e degli
investimenti che hanno di fatto dato la possibilità di fare
dei passi avanti. Personalmente però vedo negli intenti di
Oracle qualcosa di fortemente orientato al proprio business, con
pochissimi vantaggi (e diversi svantaggi) per la comunità
del software libero.
Dal punto di vista dell'esperienza nel mondo Unix
francamente non so quanto Oracle possa dire di più rispetto
a Novell. Inoltre il suo core business sono i database, questo potrebbe
signifare potenzialmente un togliere delle risorse da Novell per
portarle verso Oracle. Inoltre il licenziamento avvenuto dopo
l'acquisizione di Peoplesoft del nove per cento del personale congiunto
delle due società (oltre 55.000 impiegati), non mi sembra
una garanzia per il grande numero di sviluppatori di software libero
che in pratica vengono pagati da Novell per continuare a fare quello
che prima facevano gratuitamente (sviluppare software libero appunto).
Non so come questa storia andrà a finire, la mia
preoccupazione però finisce davanti alla certezza che un
mondo complesso come quello del software libero, governato da una
meritocrazia piuttosto che da interessi economici possa essere messo in
pericolo da operazioni commerciali.