Dopo tre anni di attesa finalmente ha visto la luce la versione 2.0 del web server più utilizzato al mondo: Apache. Apache si è rivelato nel corso degli anni la scommessa vincente dell'Open Source, la dimostrazione della professionalità e della affidabilità del software libero, in grado di poter competere con equivalenti (sulla carta) prodotti commerciali. Così dopo tre anni di attesa e un'anno di test è finalmente disponibile la prima release ritenuta stabile: la 2.0.35.
I cambiamenti maggiori riguardano principalmente la struttura interna del server web. Primo tra tutti la possibilità di eseguire nativamente Apache su una varietà di piattaforme tra cui Windows, OS/2, BeOs e Netware, oltre che per praticamente tutti gli Unix esistenti (e anche MacOSX). Prima di questa release infatti le versioni per le varie piattaforme erano semplicemente un port del codice scritto per Unix. Ora il server web più usato al mondo è interamente scritto per le piattaforme supportate e pronto per essere usato anche su server di produzione. E infatti gli esperti della Apache Software Foundation consigliano caldamente l'upgrade alla nuova versione. Personalmente consiglio prima alcuni test facendo particolare attenzione allo stato dei moduli che si vogliono usare. Le API dei moduli infatti sono state completamente riscritte causando non pochi problemi di conversione.
Importanti cambiamenti sono stati apportati anche ai filtri di I/O: ora è possibile infatti concatenare l'output per rendere i vari moduli "comunicanti" tra di loro rendendoli di fatto molto più flessibili e potenti. È possibile ad esempio riprocessare l'output di un CGI dal lato server per inviarlo successivamente al client.
Altra grande modifica che conferisce ad Apache maggiore scalabilità consiste nella possibilità di essere eseguito in modalità multiprocesso e multithread per i sistemi operativi che lo supportano (fondamentalmente quelli che aderiscono allo standard POSIX).
E ovviamente non poteva mancare il supporto a IPV6, il protocollo che soppianterà nel corso dei prossimi anni il vecchio IPV4. È possibile già da ora utilizzare nella configurazione gli indirizzi IP numerici in questo formato. E a proposito di configurazione sono state semplificate (ed eliminate) alcune direttive per una configurazione più semplice ed immediata. Al contrario di molti altri server web, Apache non dispone infatti di un'interfaccia di configurazione "ufficiale" e questo può non essere un incentivo a sceglierlo per chi deve prendere una decisione su quale server utilizzare. Ma questo tipo di approccio consente di certo una configurazione pulita e chiara (tutto quello che viene eseguito è lì, nel file httpd.conf)
Ovviamente non mancano i miglioramenti ai moduli e sotto molti punti di vista la nuova versione è più veloce delle precedenti.
Personalmente ritengo che Apache sia ancora in una fase di transizione: non tutto è ancora pronto (soprattutto per quel che riguarda i moduli) alla nuova versione. Ad esempio php 4.2.0rc2 non si compila con la versione 2.0.35 di Apache (la prima ritenuta stabile) ma solo con la 2.0.34. Sono disponibili anche delle patch ma forse è bene aspettare ancora un pò prima di poter contare al 100% su un server che sicuramente non deluderà le aspettative e punterà a consolidare il suo primato di web server più utilizzato al mondo.