In passato si è parlato spesso del problema riguardante la mancata regolamentazione del settore dell'e-commerce a livello europeo. Dato che non esiste una fiscalità unica per gli acquisti online, ogni stato membro della UE tassa con modalità e aliquote differenti questo genere di attività. Ecco perché spesso, all'interno del Consiglio europeo, si è discusso di introdurre una direttiva comune che armonizzasse i comportamenti all'interno del mercato comune.
Di recente anche il WTO (World Trade Organization) si è messo all'opera su questo versante e per marzo ha organizzato una serie di convegni e incontri tra 75 paesi con l'obbiettivo di individuare una normativa standard, quindi valida anche per l'Italia, che possa unificare il quadro legislativo del commercio elettronico.
Il WTO vuole rendere l'e-commerce più "prevedibile", più efficiente e più sicuro. L'idea è stata proposta durante il forum economico mondiale che si è tenuto negli scorsi giorni in Svizzera. Il commissario europeo per il commercio Cecilia Malmstrom si è espressa a tal proposito affermando che:
Il commercio elettronico è una realtà nella maggioranza dei paesi al Mondo, ed è per questo che dobbiamo offrire ai nostri cittadini, e alle nostre imprese, un ambiente commerciale che sia prevedibile, efficace e sicuro.
Anche se il commercio elettronico è un settore florido da più di 20 anni, per ora all'interno del WTO non esistono norme che regolano tale settore in modo specifico. Molto spesso le imprese devono regolarsi basandosi sui vari accordi bilaterali tra i vari paesi per poter operare. Creare dunque un quadro comune di regole favorirebbe notevolmente lo sviluppo di tale settore, ridurrebbe i costi per le imprese e indirettamente per il consumatore finale che sarebbe anche maggiormente tutelato.
I lavori saranno dunque indirizzati verso la scrittura di nuove regole che andranno a rimuovere gli ostacoli che impediscono le vendite tra i vari paesi, inoltre si punta anche a creare un sistema di contratti e di firma elettronica comune. Senza contare che i vari governi si stanno muovendo anche per rimuovere i dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche (che già di fatto non esistono tra i paesi dell'Unione Europea).
Via Straitstimes