Linux è sicuramente il sistema operativo più gettonato per quanto riguarda il mondo server. Questo perché risulta essere estremamente efficiente e versatile. Tali elementi, uniti alla sua licenza open source, gli consentono di adattarsi alle esigenze più disparate di milioni di imprese in tutto il mondo. In rete sono disponibili centinaia di distribuzioni ma non tutte vanno bene per essere utilizzate in ambito server, dunque quale scegliere? Nell'articolo di oggi elencheremo quelle maggiormente utilizzate dalla community di sysadmin.
Debian
Partiamo dalla cosiddetta "distribuzione universale". Debian è uno dei sistemi Linux maggiormente impiegato nel mondo server. Tale distribuzione si suddivide in tre diversi rami di sviluppo: Stable , Testing ed Unstable. Solitamente gli amministratori di sistema scelgono appunto il ramo stabile perché viene supportato per diversi anni ed i pacchetti al suo interno vengono testati in modo meticoloso dai developer del progetto, cosi da risultate estremamente affidabili, elemento che è determinate per le imprese.
Debian può inoltre vantare uno dei migliori gestori di pacchetti in circolazione ovvero APT (Advanced Package Tool). Senza contare che i suoi repostiory sono tra i più vasti e forniti, di rado infatti i suoi utenti si ritrovano con la necessità di installare PPA extra ed in ogni caso grazie alla funzione di apt pinning è possibile recuperare pacchetti, magari più aggiornati, anche dagli altri rami di sviluppo.
Red Hat Enterprise Linux
Passiamo alla grande rivale di Debian ovvero Red Hat Enterprise Linux. Al contrario della distribuzione universale il sistema di Red Hat è un progetto commerciale anche se viene in ogni caso rilasciato sotto licenza open source. Infatti per poterlo utilizzare è necessario sottoscrivere un contratto di supporto con l'azienda. Tale caratteristica consente a Red Hat di offrire un supporto tecnico dedicato ai propri clienti, caratteristica che gli ha consentito di diffondersi in migliaia di datacenter in tutto il mondo. Red Hat Enterprise Linux implementa il gestore di pacchetti DNF (Dandified YUM), questo package manager di nuova generazione risulta essere estremamente versatile e potente.
SUSE
Spostiamoci adesso su SUSE. Questa distribuzione viene rilasciata in due differenti versioni. La prima è dedicata al mondo enterprise e viene chiamata SLES (SUSE Linux Enterprise Server), mentre la seconda è invece indirizzata alla community di utenti casalinghi ed è comunemente nota come openSUSE. La variate dedicata al settore business può essere utilizzata tramite la sottoscrizione di un contratto con l'azienda statunitense che sta dietro il suo sviluppo ovvero Novell. Ovviamente tutto il software all'interno di SUSE rimane sotto licenza open source, oltretutto, a parte il supporto tecnico dedicato, le differenze tra SLES ed openSUSE sono risibili, dunque i sysamind possono provare openSUSE e successivamente passare a SLES nel caso si adatti maggiormente alle esigenze aziendali.
Uno dei componenti più rinomati di SUSE è YaST (Yet Another Setup Tool), si tratta di uno strumento di configurazione avanzatissimo che gestisce non solo l'installazione del sistema operativo ma funge anche da pannello di controllo generale, consentendo agli utenti di accedere ad una configurazione automatizzata e semplificata delle periferiche hardware e del software installato, visto che è capace di interfacciarsi con il package manager Zypper.